Crisi economica mondiale? Il mondo dei videogiochi è immune (per ora)

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In questi giorni, sebbene i giovani non siano proprio i primi a seguire i telegiornali, anche loro avranno notato (forse più di tutti) che nonostante non si faccia altro che parlare di borse che scendono in picchiata e (in generale) di "crisi finanziaria", il mondo dei videogiochi sembra letteralmente "immune" a quella che, per un attimo, è parsa agli occhi di tutti come una "seconda Crisi del ’29".

Insomma non c’è da scherzare, il mondo intero se la sta passando veramente brutta; le nostre stesse vite ruotano attorno all’economia (che lo vogliamo, o no), perciò inevitabilmente finiamo per sentirci parte di questo pericoloso vortice. Eppure lì, da qualche parte, c’è una comunità che, quasi facendosi beffe delle altre che soffrono per la crisi, sopravvive ad essa, ed anzi sembra non avvertirla in alcun modo: è la comunità dei gamer, di coloro che, pur rendendosi conto della (grave) situazione, preferiscono non rovinarsi l’umore e spendere i loro risparmi per una console di ultima generazione, oppure per un videogioco appena uscito che attendevano da anni.

Questa a dir poco ottima (e ottimistica) situazione creatasi nel mercato videoludico è stata oggetto di discussione in una conferenza tenutasi giusto nella giornata di ieri 13 Novembre a New York, la BMO Capital Markets Interactive Entertainment Conference. Qui i principali rappresentanti del settore hanno avuto modo di fare un loro personale punto della situazione, e ne sono scaturite interessanti opinioni e constatazioni: ad esempio Mindy Mount, responsabile finanziaria della divisione di Microsoft che si occupa dell’entertainment, ha dichiarato: "penso che terremo molto meglio di altri settori […] restiamo cautamente ottimisti"; a questo proposito ricordiamo che giusto a fine Settembre Microsoft tagliava di netto il prezzo d’acquisto della sua console di punta Xbox 360, portando la versione "Arcade" (quella priva di hard disk interno) a soli 179 Euro, e facendola diventare la console attualmente più economica sul mercato (persino il Wii di Nintendo costa di più, e non fa parte della next-generation di console).

E a proposito di Nintendo e di Wii, il presidente di Nintendo America Reggie Fils-Aime è pure lui intervenuto nel dibattito, dichiarandosi soddisfatto del fatto che il marchio Nintendo continua a vendere moltissimo (almeno negli States), e che le vendite di Wii sono tali da non permettere ancora un taglio del prezzo (che attualmente è di 250 Dollari, che diventano circa 225 Euro in Europa). Inoltre il Nintendo DS (sempre relativamente al mercato americano immaginiamo) fa registrare ogni anno il 20% di vendite in più rispetto all’anno precedente.

Anche Yves Guillemot, presidente di Ubisoft Entertainment, ha detto la sua, specificando che, nonostante negli Stati Uniti le maggiori catene di distribuzione che si occupano dell’intrattenimento elettronico siano quasi sul lastrico, le vendite nelle catene più piccole come GameStop continuano ad essere alte, grazie al fatto che ormai moltissime persone possiedono almeno una console in casa.

Infine il momento clou della conferenza si è avuto con l’intervento dell’analista di BMO Edward Williams, che se da un lato prevede che sotto le feste natalizie il mercato videoludico andrà ancor meglio di adesso, dall’altro non ha potuto fare a meno di notare che rimane una terribile incognita su di esso, per il semplice fatto che, se da una parte ci sono molti videogiocatori in tutto il mondo, dall’altra sono altrettanto numerosi quelli che ancora non si avvicinano a questo mondo, per cui c’è il forte rischio che costoro che "mancano ancora all’appello" non si presentino mai perché magari non convinti a investire i loro risparmi in un mercato (quello videoludico appunto) che comunque effettivamente è sempre più pieno di incertezze (vedi tutti quei giochi molto promettenti che al momento dell’uscita deludono poi le aspettative). Di seguito le parole di Williams:

"La questione è se le persone nuove ai giochi non sono per nulla
interessate ai videogame; penso che in questo caso ci
sia un grande potenziale di rischio
".

Insomma, a conti fatti si può tranquillamente dire che il mercato videoludico non ha bisogno, ora come ora, di un "vaccino" contro la crisi economica…ma per quanto tempo ancora esso rimarrà immune ad una malattia che ha colpito il mondo intero?!

[Fonte: Reuters Italia]