Ovviamente Blizzard sta già cercando di porre rimedio alla situazione (invano), ma il punto è che Diablo III non sembra destinato ad uscire troppo presto dal limbo delle critiche nel quale è entrato (meritatamente?) a far parte sin dalla pubblicazione, avvenuta il 15 di questo mese.Dopo la questione dei server offline – che ci può anche stare visto quanti milioni di persone si sono riversati sui server di Battle.net il giorno del lancio – ci mancava solo il “furto” degli account da parte di malintenzionati. Praticamente diversi utenti, a solamente una settimana dall’uscita del gioco, si sono già visti svuotato l’inventario del proprio personaggio di tutto l’oro e gli oggetti raccolti durante l’avventura single-player. Blizzard ha quindi tentato di ripristinare tali account ad un punto precedente all’hacking, ma comunque la maggior parte dei progressi risulta irrecuperabile.
La cosa buffa è che il nuovo DRM “online-only” – che obbliga a stare connessi sempre ai server Battle.net già dal momento in cui si avvia il gioco – è stato progettato così perché nelle intenzioni della stessa Blizzard c’era la volontà di impedire, o per lo meno di limitare fortemente, i vari fenomeni di hacking e cheating di cui è stato protagonista in passato Diablo 2.
Insomma, fra utenti-belve che ne stanno (giustamente) dicendo di cotte e di crude e le testate giornalistiche che invece lodano l’ultima fatica di casa Blizzard, non si è ancora riusciti a capire se questo gioco è “epico” oppure un “epic fail”. Solo il tempo ce lo dirà…
FONTE: Eurogamer