ROMA (11 settembre) - E adesso rimane solo la paura, tra i genitori e i ragazzi che frequentano piazza del Popolo «perché le intimidazioni ci sono sempre state, anche in passato, e quanto vuoi che durino i controlli di polizia e carabinieri, ore, minuti?», si sfogano alcune mamme.
Ieri, dopo l’articolo apparso su il Messaggero, in cui un padre denunciava l’aggressione subita dal figlio quattordicenne, picchiato per il modo in cui vestiva, la piazza è stata presidiata da quattro camionette dei carabinieri per scongiurare il rischio di nuove intimidazioni. Proprio ieri, infatti, il gruppo dei ragazzi che ha mandato in ospedale Giacomo, «gli stessi giovani che si fanno chiamare truzzi - raccontano alcuni ragazzi riuniti sulle scalinate della chiesa - hanno minacciato un raid punitivo. Si sono presentati in cento e hanno sfilato da piazza del Popolo a via del Corso. Solo la presenza delle forze dell’ordine li ha fermati».
«Ci guardavano da lontano con sguardo minaccioso - racconta Andrea - Oggi io stesso ho consigliato a molti dei ragazzi che solitamente passano qui il pomeriggio di non venire». Ed è proprio questa la paura di chi vive a piazza del Popolo, delle famiglie dei ragazzi che la frequentano tutti i giorni: «che la presenza delle forze dell’ordine duri giusto il tempo di questo nuovo episodio. Poi si torni come prima, alla normalità e tocchi a noi fare da guardie del corpo ai nostri figli».
«Da anni i nostri ragazzi sono oggetto di insulti e sputi da parte dei truzzi - racconta una mamma - in passato polizia e carabinieri non si sono interessati di questi fatti nonostante le denunce continue degli episodi che accadevano su piazza del Popolo. E adesso, quanto pensa che duri questo “controllo” serrato?».
Molti genitori ieri hanno preferito far rimanere i loro figli a casa. «Speriamo che dopo quest’episodio qualcosa cambi - si sfoga una ragazza che segue la moda degli emo, proprio come Giacomo - Non possiamo essere ostaggio della paura e dell’intolleranza di questi ragazzi. Qui ogni giorno viviamo una guerra». Una guerra che si scatena tra ragazzi della stessa età, ragazzi che hanno mode e stili di vita diversi, emo, dark, lolite, scene queen: «i truzzi, quelli che vengono dalle periferie e si vestono con cappellini da baseball e tute ci provocano continuamente - si sfoga una giovane di 15 anni - Adesso speriamo solo che il clima cambi».
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