Ospedale Roma Gli infortunati sono 12


10:52 del 06 ottobre
Con Spalletti ci si lamentava dei troppi infortuni, con Ranieri le cose vanno addirittura peggio. Sarà per sfortuna, sarà perché si gioca ogni tre giorni, fatto sta che siamo arrivati a dodici infortunati. E se c'è qualcuno come Doni e Cicinho (discorso particolare il suo: convocato e poi rimesso ai box) che non fa troppo testo dal momento che deve riprendersi da operazioni subìte sei mesi fa, gli altri meritano un approfondimento.
Il campanello d'allarme è scattato dopo la gara con il Napoli. In una sola partita si sono bloccati Totti, Vucinic, Motta e Julio Sergio. Ieri il capitano si è dedicato alla fisioterapia nello studio di Silio Musa utilizzando la nuova tecnica 'kinesio taping', oggi continuerà a Trigoria e domani andrà di nuovo da Mariani per un consulto: il Milan al momento è molto lontano.
Intanto l'attacco della Roma non esiste più. Vucinic è stato sottoposto ad accertamenti che hanno confermato un'infiammazione a livello della zampa d'oca (un tendine posto sul lato interno dell'arto). Niente Nazionale, dovrà stare a riposo, poi saranno effettuati nuovi esami. Baptista non si vede da tempo e Menez sta più in infermeria che in campo. E tra Ranieri e il francese il rapporto va sempre peggio. La sosta arriva al momento opportuno, ma qualcuno resterà a guardare anche contro il Milan.
Al momento l'unico portiere a disposizione è Lobont. Per Julio Sergio si parla di un mese di stop. In difesa le cose non vanno meglio: dopo Mexes e Juan, si è fermato anche Motta. A centrocampo gli infortunati sono solo due: Taddei e Brighi. Nel complesso è un'ecatombe.
(Il Tempo)






Roma Totti scrive la storia


12:12 del 05 ottobre
Tante le imprese del capitano giallorosso: la doppietta di ieri al Napoli - oltre ai 3 punti alla Roma di Ranieri e al raggiungimento della ragguardevole quota di 184 reti in serie A, ottavo cannoniere di sempre accanto a Gabriel Omar Batistuta - non era certo la prima della sua straordinaria carriera. E non sarà l'ultima. Ma mai, con la proverbiale generosità agonistica di questo atleta incredibile, s'era vista una cosa come quella di ieri.
Un gol fantastico - il secondo della Roma sul Napoli - per esecuzione e precisione; un dolore forte al ginocchio operato. Dieci minuti a bordo campo, col medico della Roma, col fido fisioterapista Musa e con l'amico e preparatore Scala: fasciatura, piegamenti, smorfie di dolore. Sembrava la scena di Roma-Livorno, un anno e mezzo fa. Poi, dopo la sosta ai box durata dieci minuti, un dolore continuo. Le telecamere inquadrano un attimo di scoramento: il capitano giallorosso che si rivolge alla panchina e con le mani che girano su se stesse chiede un cambio impossibile. Dalla panchina gli fanno notare che Claudio Ranieri, dopo quelli di Cassetti, Lobont e Faty, non ha più possibilità di sostituire giocatori nella Roma. E Francesco che sincero dice: 'Ma non ce la faccio!'. I timori del peggio si affacciano all'Olimpico. Lo stadio del perone rotto nel febbraio del 2006 o del ginocchio rotto nella primavera del 2008. Ma Totti è lì.
E mentre il suo amico Vito Scala chiama il professor Mariani, il medico che lo ha operato al ginocchio destro, Francesco ricomincia a giocare. La fasciatura è vistosissima e fa pensare ad un dolore acuto. Ma col movimento, con l'articolazione che si scalda e con una vagonata di coraggio, Totti non solo gioca, ma corre, pressa, prova perfino a tirare in porta. Finisce, la Roma vince 2 a 1 grazie al suo numero 10. E quei venti minuti dopo l'infortunio fanno passare la paura a molti, compreso il professor Mariani, che dalla tribuna Monte Mario scende negli spogliatoi della Roma a fine partita e visita subito Totti. Niente di grave. E così, come i campioni di una volta, con la fasciature bianche addosso, con due gol decisivi, con un attaccamento, una professionalità e una classe straordinarie, Totti scrive con semplicità un'altra pagina nella storia della Roma e dei più grandi attaccanti che hanno mai giocato nel nostro campionato. Solo la sfortuna può fermarlo. Avversari, nemici e invidiosi, nel frattempo possono solo - come si dice a Roma - 'rosicare'.
(Il Tempo)