Ybris Italia, realtà che si sta affermando negli ultimi tempi anche a livello internazionale e con una buona penetrazione nel mercato tedesco, è attualmente tra i maggiori se non il maggiore produttore artigianale italiano di Wb per pc ad alte prestazioni..
Oggi presenta il nuovissimo Wb ACS-G dedicato al cooling dei core delle vga di tutte le generazioni comprese le ultimissime in uscita; si configura come il figlio del progetto ACS, alternativo all'utilizzo sempre più diffuso in ambito internazionale della tecnologia a micropin, sfruttando un sistema di microsfere che permette un efficace dissipazione del calore attraverso l'accelerazione dell'acqua all'interno della struttura del Wb.
Le prestazioni verranno presto analizzate, il giorno di debutto di questo Wb che è fissato per martedì 9/07, giorno in cui verrà svelato anche il prezzo, verosimilmente allineato a quello delle altre proposte della casa italiana.
Non mancherò di tenervi aggiornati nei prossimi giorni in quanto lo stesso AlexTa promette prestazioni e portate paragonabili e superiori al precedente prodotto K7 con probabili sorprese per gli affezionati Ybris.
"par. 1 : le origini di ACS ( ovvero quello che non avete mai visto )
Ricordate questa foto ?
E' la matrice dell'ACS , o per meglio dire una delle infinite varianti del progetto.....
LA matrice "originale" dell'ACS non è quella che abbiamo visto tutti nelle presentazioni del wb ma in realtà è composta da semisfere molto piu' piccole e disposte in modo differente da come le conosciamo. Per ovvi motivi non ho mai mostrato a nessuno la base originale ma sempre e solo le evoluzioni "ammorbidite" della struttura. ( l'immagine si riferisce ad uno dei primi modelli già modificati )
Il rendimento di quella matrice è devastante ma allo stesso tempo risulta molto impegnativo usare quella base con pompe normali in quanto le portate sarebbero troppo penalizzate.
Attenzione , ho detto le portate , non il rendimento.
All'esterno si vedrebbe un rigagnolo d'acqua circolare nei tubi ma dentro il wb ci sarebbe un inferno di salti talmente ravvicinati da provocare un sibilo nettamente udibile.
La versione "commerciale" è stata "degratata" nelle prestazioni per consentire un uso normale in attesa di evoluzioni ulteriori che consentano di spingersi oltre.
Ovviamente si è trovato un compromesso tra portate utili e prestazioni e a quel punto è nato il wb che tutti conosciamo.
L'immagine mostra il modello di un ACS dotato di matrice mediamente restrittiva ed è da questa simulazione che nasce lo studio di ACS-G.
All'inizio infatti si era pensato di utilizzare una base molto simile a quella del wb per cpu, sia perche' avevamo a disposizione una grande quantità di dati già elaborati e pronti all'uso , sia per facilitare la fase di confronto delle prestazioni simulate.
L'obiettivo era ottenere prestazioni elevate, grande capacità di smaltimento, grande reattività per assorbire istantaneamente i forti picchi di calore generati dalle GPU.
Lasciando pressoche' inalterata la forma della matrice inferiore, si mise a punto il modello e la struttura della base per poter chiudere il waterblock e osservare la dinamica dei flussi interni.
Nello screen vediamo la base in una delle primissime versioni e sopra, leggermente in trasparenza, il diffusore contenente la semimatrice superiore opportunamente orientata.
A questo punto nasceva il primo grosso problema: la matrice era pensata per ricevere l'acqua dall'alto mentre invece qui eravamo costretti a indirizzare i flussi lateralmente.
Si penso' quindi di realizzare un top dotato di una camera cilindrica con un diametro sufficiente a intercettare uno dei fori dei raccordi.
L'acqua , entrando dal raccordo di sinistra avrebbe invaso la camera di espansione e da qui sarebbe stata "sparata" verso il basso sul diffusore centrale.
Apparentemente il problema era abbastanza semplice ma in realtà , quando poi si passo' alla simulazione fluidodinamica, si vide che esistevano zone del WB che non venivano adeguatamente alimentate.
In questa immagine vediamo la matrice da sotto ( in pratica l'acqua entra da sinistra , si fa un giretto in circolo nella camera cilindrica di distribuzione e viene sparata verso di noi)
Come si vede, la zona a sinistra non veniva adeguatamente alimentata anche se, spostando il punto di analisi al livello di quota della base, l'effetto complessivo sulle semisfere presentava aree di accelerazione tutto sommato accettabili.
Bisognava quindi operare sul lato sinistro del waterblock e cercare di eliminare le zone a basso rendimento.
Lavorando sul diffusore superiore della matrice sarebbe stato possibile forzare una porzione del flusso totale disponibile e indirizzarlo esattamente nella zona "morta" ma questa sarebbe stata una soluzione poco pulita, anche perche' non possiamo sapere oggi come saranno le GPU di domani e non volevo ritrovarmi un waterblock sbilanciato su alcune schede video in futuro.
Ho preferito quindi prendere alcuni spunti dai modelli originali della matrice ACS (concettualmente la matrice NON ha una dimensione limite ma puo' essere estesa a piacere entro limiti ragionevoli ) e da li' sono partito per "adattare" il waterblock alle esigenze di una GPU con tutti i problemi legati alle dimensioni dei core , wattaggi piu' elevati ecc... modificando di fatto l'intera struttura.
Uno dei principi di base della matrice ACS è che NON esiste un punto di ingresso definito e obbligatorio ma è possibile scegliere arbitrariamente un qualsiasi punto per entrare e , ovviamente , per uscirne.
Altrettanto ovvio ( pensare semplice ... ) è il passaggio subito successivo, ovvero possiamo decidere di utilizzare piu' punti di ingresso e chiaramente decidere di scaricare l'acqua in piu' punti di uscita riunendo poi i singoli filetti fluidi in un unico condotto di scarico.
Queste caratteristiche ( sembrano ovvie ........ ma solo dopo che qualcuno ci ha pensato ...) permettono una grandissima elasticità e libertà di progettazione e su queste basi fondamentali ci siamo mossi per riprogettare completamente la base e il percorso dei filetti fluidi.
Ricordiamoci l'obiettivo principale: bisognava uniformare assolutamente il rendimento su TUTTA l'area di dissipazione e avere la possibilità di ESTENDERE questa superficie senza degradare le prestazioni totali del waterblock.
La matrice è stata cosi' completamente rielaborata, ovviamente si sono saltati tutti i passaggi "primordiali" e si è scelto di utilizzare un diametro delle cave che permettesse una elevata velocità interna unita ad una buona portata su singola cella........."
AlexTa, PcTuner.net