A quanto pare quella delle microtransazioni nei videogiochi è una realtà che sta prendendo sempre più piede e alla quale ormai gli irriducibili devono abituarsi. Chi odia infatti vedere altri che spendono soldi (veri) per potenziare il proprio alter-ego virtuale non sarà felice di sapere che neanche l’imminente sparatutto Dead Space 3, in arrivo l’8 Febbraio su PC, Xbox 360 e PlayStation 3, sarà immune a questa pratica che sempre più publisher mettono in atto e che fino a poco tempo fa sembrava legata ai soli giochi free-to-play.
La scoperta è stata fatta dal sito Eurogamer, che in una sessione di hands-on dell’ultima fatica di Visceral Games si è imbattutto ad un certo punto in una schermata dove veniva esplicitamente impedito al giocatore di creare nuovo equipaggiamento (tramite il nuovo sistema di crafting) perché non c’erano fondi a disposizone, consigliando dunque di lasciar perdere oppure, premendo un apposito tasto, di acquistare il contenuto mancante come download digitale dallo store del gioco. La testata inglese ha chiesto spiegazioni all’associate producer di Dead Space 3, Yara Khoury, la quale ha subito precisato che nel gioco non si può assolutamente comprare un certo equipaggiamento prima del tempo, dunque almeno da questo punto di vista non si dovrebbero vedere giocatori super-dotati in modalità cooperativa, perché i diversi sbloccabili sono (eventualmente) acquistabili solo andando avanti con la storia.
Più precisamente, in Dead Space 3 le risorse necessarie per fare crafting (materiali, pezzi di scarto e così via) possono essere raccolte sia dal giocatore appena le trova, sia dal cosiddetto “scavenger bot” (robot spazzino) che si può mandare in perlustrazione e che in automatico raccoglie ciò che ci serve, sia appunto tramite un collegamento veloce al negozio in-game; se si decide di fare acquisti da quest’ultimo tuttavia, si può tranquillamente usare anche la valuta interna del gioco, anch’essa raccoglibile in fase di esplorazione dal giocatore oppure dallo scavanger bot. Purtroppo la Khoury non ha specificato come è stata strutturata questa valuta né tantomeno quanti soldi reali ci vogliano per comprare eventualmente i vari oggetti, ma ciò che conta è che almeno questo sistema resti facoltativo e che non pregiudichi l’esperienza di chi vuole esplorare per trovare le cose piuttosto che pagare per averle. Comunque la stessa Khoury ha sottolineato che molti potenziamenti per le armi saranno disponibili solo nelle fasi avanzate del gioco e che solo allora potranno essere anche acquistati (se lo si vuole), non prima – a meno che non stiamo già rigiocando da capo in modalità “New Game Plus”.
Anche un altro gioco di Electronic Arts ha fatto uso delle microtransazioni, ed è Mass Effect 3 (ma solo in piccola misura e in modalità multiplayer); così come Ubisoft ha dotato il suo recente Assassin’s Creed III di un sistema di microtransazioni per le partite online. Dunque è questo il futuro che ci aspetta per giochi che paghiamo rigorosamente già a prezzo pieno?