Il 9 Novembre, in occasione del debutto di iPhone a Londra,
è stata organizzata da Greenpeace una manifestazione di protesta contro lo
smartphone di Apple, che, secondo l’associazione ambientalista, avrebbe
utilizzato materiali dannosi per la salute dell’uomo in alcuni componenti sia
interni che esterni.
In realtà tale questione non è una novità: già da tempo,
infatti, Greenpeace ha denunciato una certa quantità di composti tossici
rilevati in seguito ad accurate analisi svoltesi in UK su un iPhone acquistato
negli USA. In tale occasione il terminale imputato è stato suddiviso in 18
parti esaminate nei laboratori chimici per provare se effettivamente Apple
avesse impiegato materiali meno dannosi, come aveva annunciato Steve Jobs nello scorso
Maggio
particolare è stata presa come punto di riferimento la normativa europea RoHS
(2005/84/EC) che previene l’uso di mercurio, cadmio, cromo, piombo e due
ritardanti di fiamma bromurati nei prodotti elettrici ed elettronici. Ebbene il
risultato delle analisi ha mostrato quantità legali di cromo e piombo, mentre
sono del tutto assenti cadmio e mercurio. Tuttavia anche se non sono stati
trovati i due ritardanti di fiamma brorumanti citati nel RoHS, sono comunque
presenti quantità di bromo variabili fino al 10% di peso, il che significa una
fonte non trascurabile di inquinamento al momento dello smaltimento,
soprattutto in caso di incenerimento. Inoltre nei rivestimenti in plastica
delle cuffie sono state trovate alte concentrazioni di cloro, a dimostrazione
di un uso di plastica in PVC e ftalati, elementi ritrovati anche nel MacBook
Pro e iPod Nano e dannosi per la salute. Un’ultima
accusa di Greenpeace è stata indirizzata alla batteria di iPhone che, essendo
saldata al telefono, ostacola la sostituzione e lo smaltimento, alimentando
ulteriormente gli effetti inquinanti.
In sostanza, secondo Greenpeace, Apple ha rispettato le
normative statunitensi ed europee ma ha fallato nell’uso di alcuni materiali,
in particolare composti a base di bromo e plastica in PVC. Perciò, data la
diffusione dello smartphone di Cupertino, i “pacifisti verdi” vorrebbero che
Steve Jobs mantenga le promesse fatte e renda il gioiello di Apple un telefono
più “sano” ed ecologico.