La conseguenza più rilevante dell'accordo è che le prossime distribuzioni di Linspire, inclusa la gratuita Freespire, saranno basate su Ubuntu e non più su Debian. "Questo significa – si legge nel comunicato congiunto di Linspire e Canonical – che gli utenti beneficeranno dei più brevi cicli di sviluppo di Ubuntu e del suo focus sull'usabilità". Linspire ha però assicurato che il proprio sistema operativo conserverà la propria identità, e continuerà a distinguersi da Ubuntu sotto molti aspetti, non per ultimo la scelta di offrire, di default, solo una stretta selezione di applicazioni.
La prima distribuzione di Linspire ad inglobare il codice di Ubuntu sarà Freespire 2.0, di cui si attende una beta pubblica entro la fine dell'attuale trimestre e la release finale in tarda primavera. Freespire 2.0 poggerà su Ubuntu 7.04 Feisty Fawn, il cui rilascio è previsto per aprile.
Canonical integrerà invece in Ubuntu la tecnologia di e-commerce e software management CNR (Click 'N Run), che Linspire si è recentemente impegnata a rendere disponibile per le principali distribuzioni Linux sulla piazza. Il servizio CNR, a cui gli utenti di Ubuntu potranno interfacciarsi per mezzo di un client open source, permette di cercare, acquistare, scaricare, installare e gestire software open e closed source, inclusi codec e driver proprietari.
"Era da tempo che desideravamo migliorare la gestione del software commerciale sotto Ubuntu, e ci è parso più naturale trarre vantaggio dalla tecnologia CNR di Linspire piuttosto che crearne un duplicato", ha spiegato Mark Shuttleworth, fondatore di Ubuntu e Canonical. Shuttleworth ha anche precisato che CNR non sostituirà i repository di Ubuntu, ma si integrerà ad essi.
L'inclusione di CNR in Ubuntu è però destinato a sollevare le critiche di coloro che, rifacendosi alla scuola di pensiero di Free Software Foundation e della comunità Debian, non vedono di buon occhio la promiscuità tra software libero e software proprietario. Ad infastidire molti è poi il fatto che CNR sia fondamentalmente una tecnologia chiusa: se è infatti vero che Linspire ne ha aperto il codice del client, l'infrastruttura di e-commerce lato server rimane strettamente controllata dalla società di San Diego. A tal proposito c'è chi si chiede, ad esempio, se Linspire e Canonical si siano accordate anche sull'eventuale spartizione dei proventi derivanti da CNR.
Se CNR sarà dunque visto da alcuni utenti di Ubuntu come un'intrusione poco gradita, ciò non toglie che questa tecnologia abbia molte chance di imporsi come uno standard per la gestione dei pacchetti software sotto Linux: CNR permette infatti di installare driver e applicazioni con un solo clic, e questo indipendentemente dal formato del pacchetto (RPM, DEB, Tar.GZ, ecc.) e dalla distribuzione usata. Il sistema offre inoltre notifiche automatiche, funzionalità avanzate di ricerca, e un portale che permette di accedere, per ogni programma, a screenshot, recensioni, commenti, drescrizione, note di rilascio e altro ancora. Fra l'altro DesktopLinux.com riporta che il nuovo sito di CNR, che debutterà in occasione del rilascio di Ubuntu 7.04, adotterà la filosofia dei wiki, permettendo a chiunque di aggiungere contenuti che aiutino gli altri utenti a scegliere l'applicazione giusta per loro.
Nelle FAQ dell'accordo si legge che Linspire continuerà ad utilizzare KDE, questo nonostante il desktop environment ufficiale di Ubuntu sia GNOME. Se è vero che esiste una versione di Ubuntu, Kubuntu, che si basa su KDE, ArsTechnica fa notare che tale versione non solo è decisamente meno rifinita e matura rispetto a quella standard, ma apporta pesanti personalizzazioni al noto desktop environment europeo. "Kubuntu nasconde quasi la metà delle funzionalità avanzate del file manager Konqueror", riporta ad esempio Ars, che poi aggiunge come Kubuntu soffra anche "di una grave penuria di risorse e sviluppatori". C'è chi suggerisce che potrebbe essere proprio compito di Linspire apportare nuove energie al progetto Kubuntu. Se così sarà, lo sapremo molto presto.
Articolo tratto da: Punto Informatico