Innanzitutto gli spazi, temporali e fisici: Payne non si trova più in America del Nord, bensì in quella del Sud e precisamente in Brasile, a San Paolo, dove i quartieri di New York hanno lasciato il posto ai ghetti malfamati della metropoli brasiliana, il tutto 12 anni dopo gli avvenimenti di Max Payne 2: The Fall of Max Payne. E parlando di spazi è stato annunciato che questi saranno aperti e liberamente esplorabili, tutto l’opposto dunque rispetto ai primi due episodi. Max sarà assolutamente (e pericolosamente) dipendente dagli antidolorifici, che dovrà costantemente assumere e dalla cui stessa assunzione dipenderà il gameplay; quest’ultimo presenterà però le stesse fondamentali peculiarità che hanno reso la serie celebre in ambito videoludico: prima fra tutte, la possibilità di rallentare il tempo (effetto “bullet time”) per eliminare i nemici con precisione, grazie al quale in questo capitolo sarà anche possibile sbloccare scene/animazioni molto violente, e in secondo luogo il sistema di coperture dinamico per ripararsi dal fuoco nemico.
Dei passi in avanti a livello tecnico erano scontati; i primi due titoli della saga appartengono ad una generazione ormai superata, onestamente vecchia. Ecco perché Rockstar ha pensato di utilizzare il suo motore grafico privato RAGE, alla base in questi ultimi anni di diversi giochi fra cui, come abbiamo citato nel titolo, Grand Theft Auto IV. L’utilizzo del RAGE (Rockstar Advanced Game Engine) permetterà all’ormai “vetusto” Max di sfruttare meglio l’ambiente che lo circonda; è prevista infatti la quasi totale distruttibilità dello scenario e l’utilizzo di alcune sue parti (oggetti e così via).
Infine la verà novità: una modalità multiplayer di cui Rockstar però ancora non vuole anticipare nulla. Max Payne 3 ci aspetta su PC-Xbox 360-PlayStation 3 entro il prossimo inverno.