Recensione – Abaco Dual Desktop

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Analisi Interna - Parte 2

 

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La versione in nostro possesso mette a disposizione 2GB di ram Kingston DDR2 con frequenza di 533MHZ e latenze 4-4-4-12, necessari per rendere il sistema reattivo e performante quanto basta. La scheda video, come da tradizione Intel, è la classica Intel GMA 950 con memoria condivisa (con possibilità di personalizzazione attraverso il BIOS), ottima per lavorare e, perché no, anche per la visualizzazione di film. Per quanto riguarda l’hard disk interno, si tratta di un classico Western Digital caratterizzato da interfaccia di tipo SATA 2, form factor da 3.5″ e capacità di archiviazione a scelta: 320GB, 500GB, 750GB e 1TB.

Nonostante l’Abaco Dual offra una configurazione incentrata soprattutto al risparmio energetico (sul nostro modello viene dichiarato un consumo energetico di 35W a riposo e 45W a pieno carico), l’azienda ne permette la personalizzazione con componenti più prestanti rispetto alla configurazione base. Grazie al configurator presente sul sito Abaco sarà possibile aumentare la memoria RAM, scegliere le dimensioni del disco rigido e così via. Una nota importante, doverosa da segnalare, è l’impossibilità di scegliere Sistemi Operativi di casa Microsoft. Per mantenere il prezzo d’acquisto entro un certo limite infatti, Abaco ha optato per una configurazione con S.O. Linux Ubuntu o in alternativa con Nessun Sistema Installato (sarà quindi l’utente finale a scegliere cosa installare). Vorremmo comunque approfondire il discorso dei Sistemi Operativi. Nel nostro caso ad esempio, vista la disponibilità della versione RC di Windows 7, abbiamo deciso di installare questo OS sull’Abaco Dual Desktop.

Nonostante la configurazione non sia delle più performanti, il Dual riesce ad offrire delle prestazioni di tutto rispetto. Tutti quegli utenti in possesso di una versione originale di Windows XP potranno decidere di installarla tranquillamente, senza incorrere in alcun tipo di problema.

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E’ comunque bene ricordare che l’installazione di S.O. Microsoft va contro quella che è la cosiddetta “Abacosofia”, impegnata invece a dare risalto ad un software libero come Linux Ubuntu. E’ bene quindi, prima di giungere a considerazioni affrettate, provare a fondo il “Pinguino” (se lo trovate installato di default, si capisce).