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Recensione – Antec Twelve Hundred

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Conclusioni

Caratteristiche Tecniche:

 

 

 

La confezione, in linea con gli standard Antec, è completamente di colore nero e di dimensioni particolarmente ingombranti e lascia intravedere, nelle quattro facciate, varie informazioni del prodotto con illustrazioni a corredo. All’interno troviamo il case avvolto in una busta in plastica e protetto da due blocchi in polistirolo, utili a evitare spiacevoli inconvenienti dovuti al trasporto. Tutto lo spazio all’interno dello scatolone è occupato dall’imballo, lasciando lo spazio solo per un manuale di istruzioni. All’interno del case invece troviamo una classica scatola di cartone contenente i seguenti accessori:

 

Come ci piace fare solitamente con i case, analizzeremo adesso schematicamente ciascuna delle facciate, partendo da quella frontale.

Clicca per ingrandireE’ completamente rivestita da mascherine a nido d’ape che dietro di loro nascondono i cassetti adibiti all’alloggiamento di hard disk da 3.5” che comunque descriveremo in maniera dettagliata al momento dell’analisi interna. Tutta la parte frontale è caratterizzata precisamente da 12 mascherine a nido d’ape.


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Nella parte più alta troviamo un pannello obliquo con inseriti i pulsanti Power On, Reset e porte USB, eSATA, Mic e Cuffie. Da notare come gli stessi pulsanti siano di fattura molto semplice, non presentando né indicazioni scritte, né retroilluminazioni a LED. In questo pannello l’unica prova che il case sia accesso o meno è costituita da un piccolissimo LED circolare di colore blu che indica lo stato di caricamento degli hard disk. Forse una maggiore cura del pannello stesso non avrebbe guastato. Infine, e sempre sullo stesso pannello, è impresso un logo in altorilievo Antec.


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Nella parte superiore la prima cosa che si nota è che il vecchio portaoggetti del Nine Hundred è sparito in favore di una soluzione più sobria: uno scomparto “scavato” nel case ed adibito all’alloggiamento di oggetti di piccole dimensioni. Ai lati troviamo un disegno a “trapezi” che conferisce aggressività e che introduce alla grossa ventola da 200 millimetri con LED blu, anch’essa ricoperta da una maschera a nido d’ape e le cui funzionalità analizzeremo al momento dell’analisi interna.

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A prima vista, guardando il pannello posteriore, la prima cosa che si nota è la presenza di ben due ventole da 120mm con Led blu, a differenza del Nine Hundred che ne aveva una sola.

Nella parte più a sinistra, proprio nell’angolo, c’è un comodo sistema di switch costituito da quattro piccoli pulsanti che servono rispettivamente a :

  1. Accendere/Spegnere la ventola da 200mm
  2. Modificare la velocità della ventola da 200mm su tre posizioni (Low, Medium, High)
  3. Modificare la velocità della ventola posteriore da 120mm su tre posizioni (Low, Medium, High)
  4. Modificare la velocità della ventola posteriore da 120mm su tre posizioni (Low, Medium, High)

Subito sotto troviamo l’alloggiamento per le varie uscite della scheda madre, e più in basso sette alloggiamenti per schede video, audio e varie. Più a destra sono presenti due fori con guarnizioni in gomma per il passaggio di tubi di un eventuale sistema di raffreddamento a liquido. Più in basso troviamo invece l’alloggiamento per l’alimentatore, diventato un classico per i case Antec.

Lo smontaggio del pannello laterale è agevolato dalla presenza di viti a pomello di colore nero. Questo pannello presenta all’esterno una retina con disegno a nido d’ape, mentre all’interno un intaglio di plexiglass con alloggiamento per una ventola da 120mm (non compresa nella confezione).

Molto particolare la presenza di un filtro anti-polvere, facilmente estraibile diagonalmente attraverso la pressione su un’apposita leva.
In realtà nella parte interna corrispondente alla maschera a nido d’ape, è montato un secondo pannello di plexiglass che funge da base di appoggio al filtro anti-polvere, tenendolo saldo al pannello stesso.

Nella parte inferiore non è presente alcun sistema per l’espulsione dell’aria calda in eccesso prodotta dall’alimentatore; i gommini, anche se spartani nel design, sono molto funzionali in quanto garantiscono un eccellente grip su qualunque tipo di superficie.

Clicca per ingrandire Guardandolo internamente, il case appare per quello che è realmente, e cioè molto sviluppato in altezza e in larghezza, molto meno in lunghezza. Essendo tuttavia destinato ad un pubblico di videogiocatori, c’è comunque lo spazio per montare qualunque tipo di periferiche di ultima generazione (leggasi schede video del tipo GeForce 9800 GX2 oppure HD 3870 X2) comprese soluzioni SLI o CrossFire. A questo proposito però viene spontaneo fare un riflessione: se dovessimo infatti decidere di montare un sistema SLI o CrossFire, ci troveremmo inevitabilmente dinanzi ad un problema di cattivo ricircolo dell’aria; in questi casi infatti l’alimentatore si verrebbe a trovare molto vicino alle schede e dunque, prima ancora che la ventola da 200mm possa espellere l’aria, si creerà sempre una sacca di aria calda esattamente al centro. Fortunatamente, e allo stesso tempo, verrebbero in nostro soccorso le due ventole posteriori da 120mm posizionate in modo tale da espellere l’aria calda in eccesso presente all’interno del case.

Nella parte inferiore si notano quattro gommini che servono contemporaneamente come base di appoggio dell’alimentatore e come “distanziatori” dell’alimentatore stesso dalla parte bassa del case. Grazie al particolare design, il Twelve Hundred permette il montaggio anche di PSU di generose dimensioni. Tutte le ventole in dotazione al case terminano con dei connettori a doppia uscita che permettono quindi di alimentare contemporaneamente, volendo, la ventola e un’altra periferica. La base di appoggio della scheda madre manca di alcune delle soluzioni già viste in case high-end come questo, ovvero una legenda in grado di semplificare il montaggio, e la possibilità di estrarre la base di appoggio stessa, cosa che avrebbe permesso di montare la scheda madre e i relativi altri componenti direttamente al di fuori del case per rendere il lavoro meno impegnativo. Tra l’altro in un case come questo avrebbe fatto piacere una soluzione di questo tipo, in quanto la notevole profondità del case stesso rende difficoltoso lavorare sui componenti senza prima necessariamente estrarre gli stessi con tutta la scheda madre.

Ancora una volta però si riesce a trovare facilmente la soluzione definitiva anche a questo piccolo impedimento: tutti i cavi che passano all’interno, infatti, possono essere facilmente raccolti all’esterno grazie, in primo luogo, a cinque piccole sagome forate presenti tutt’intorno alla scheda madre e, in secondo luogo, grazie alle quattro apposite fascette in plastica nere presenti in bundle, tramite le quali possiamo legare i cavi fra di loro all’esterno del case.

Tutto questo permette di risparmiare ulteriormente spazio all’interno, a favore di una migliore distribuzione di cavi e maggior ordine di disposizione di tutti i componenti. Dunque da questo punto di vista i flussi d’aria dovrebbero rimanere sempre ottimali, garantendo quindi a tutti i componenti temperature sempre nella norma.

Per finire non ci resta che descrivervi l’ottimo sistema di raffreddamento predisposto per gli slot degli hard disk, non particolarmente innovativo dal punto di vista della tecnologia, ma senz’altro intelligente nella progettazione. I box estraibili sono tre, ed ognuno di essi è predisposto al suo interno per l’inserimento di altrettanti tre hard disk. Il sistema di fissaggio di questi ultimi dovrebbe essere ottimizzato per videogiocatori, ma cosi non è. Il problema è che laddove avrebbe dovuto apporre delle ormai standardizzate clip di fissaggio, Antec ha preferito un classico e piuttosto meccanico sistema di fissaggio con viti. In particolare, se si vogliono fissare gli hard disk su entrambi i lati del singolo box, saremo costretti a smontare entrambi i pannelli laterali del case per apporre le viti.

Al contrario, è molto meglio studiato il sistema di inserimento/estrazione del filtro antipolvere posto fra la ventola e le mascherine a nido d’ape (anche esse fissate con delle viti laterali al box). Anche queste sono presenti in numeri di tre su ogni box.

Particolare d’effetto è il potenziometro della ventola posto sul primo slot partendo dal basso, che è lasciato passare all’interno di uno dei forellini a nido d’ape e che può essere facilmente raggiunto con una mano per modificare appunto la velocità di rotazione della ventola in base alle nostre esigenze.
Apparentemente tutti e tre i box estraibili sono identici fra di loro; ma osservando meglio quello centrale, si nota un secondo attacco per un’altra eventuale ventola da 120mm, il cui posizionamento è studiato per far sì che la stessa emetta costantemente aria fresca nella zona centrale del case, dove si potrebbero trovare proprio o due schede video in configurazione SLI o CrossFire, oppure il chipset della scheda madre. Anche questa è una buona soluzione per i videogiocatori.
Il Twelve Hundred offre quindi fino a 9 slot per periferiche da 3.5”, e 3 per periferiche da 5.25”; questi ultimi tre si trovano posizionati nella parte più alta, nascosti anch’essi da tre mascherine a nido d’ape che insieme alle altre 9 contribuiscono a creare il disegno continuativo e uniforme della facciata frontale del case. Nella nostra descrizione, a questo punto, mancano solamente i cavi in dotazione; questi ovviamente sono ottimizzati per mantenere ordine all’interno, una volta completato l’assemblaggio di tutti i componenti. In particolare i cavi sono tutti di una lunghezza ideale, che fa sì che possano essere nascosti dall’alloggiamento della scheda madre facendoli passare attraverso le sagome già descritte precedentemente.

Non possiamo che complimentarci con Antec. Il Twelve Hundred non fa altro che confermare e accrescere l’ottima reputazione acquisita col modello Nine Hundred. Questo case non sembra lasciare nulla al caso, anzi in determinate situazioni ci ha stupito per l’ottima progettazione e per la facilità nel montaggio dei vari componenti. Alcune cose sono sicuramene migliorabili, una fra tutte il pannello con i pulsanti Power On/Off e Reset; l’avremmo preferito con un look molto più estremo e aggressivo, in linea con il design del case. Il Twelve Hundred può ospitare configurazione SLI, Triple SLI e Quad SLI, grazie alla capienza e all’ottimo ricircolo d’aria interno che si viene a creare, permettendo di spingersi oltre grazie alla dotazione del case stesso. Il prezzo di soli 130 Euro lo posiziona al top tra i case Big Tower con miglior rapporto qualità/prezzo. Il bundle è completo e non manca di accessori utili al montaggio.

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