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Canon EOS M – Recensione – Fotocamera Mirrorless

Qualche mese fa Canon annunciava la sua prima fotocamera mirrorless, la Canon EOS M che ha debuttato nel mercato proprio in queste settimane. Innanzitutto chiariamo bene di cosa si tratta: come suggerisce appunto il nome mirrorless, è una reflex senza specchio. La mancanza di questo ingombrante elemento permette di alloggiare un sensore aps-c dentro a un corpo poco più grosso di una compatta, e permette anche l’intercambiabilità delle lenti. Canon ha infatti lanciato una nuova serie di ottiche con baionetta specifica EF-M e anche un adattatore per usare le normali ottiche EF e EF-S su queste macchine.

Il corpo della Canon EOS M è molto compatto e ben fatto. Sensibilmente più piccolo anche di una 1100D. La finitura opaca e la “pesantezza” danno una sensazione di solidità, ulteriormente confermata dall’ottica, in questo caso un 18-55 STM di alluminio con ghiere zigrinate sullo stesso materiale. A prima vista però notiamo subito la mancanza di molti pulsanti e ghiere, su una macchina che si presuppone sia usata prevalentemente in modalità manuali o semi manuali esattamente come una reflex.

Anche l’ergonomia dell’impugnatura non è il massimo. E’ appena sufficiente per manovrarla bene con l’ottica 18-55 che sbilancia leggermente il tutto.

Accendendola però notiamo subito uno schermo magnifico, in linea con gli schermi delle ultime reflex Canon, e pure touch screen! Sicuramente una goduria per gli occhi e una piacevole sensazione di familiarità per chi usa tutti i giorni terminali touch screen come iPhone, iPad, e Android vari.

La tracollina fornita è davvero deliziosa, stile minimale e grande morbidezza, il sistema di aggancio con sicura è davvero ben fatto. Su reflex entry level potrebbero benissimo fornire una tracolla simile invece che la grossa e poco confortevole tracolla che è la stessa per macchine di un certo peso e importanza come le serie 1 e 5.

Appena ho acceso la Canon EOS M  ci ho messo una manciata di minuti per capire dove trovare gli stessi comandi che sulla reflex che uso da 3 anni modifico in un batter d’occhio tramite le ghiere fisiche. E già qua iniziano le sorprese in negativo. L’unica cosa che assomiglia a una ghiera per la selezione delle modalità è la piccola ghiera intorno al pulsante di scatto, che permette di scegliere tra modalità normale, automatica avanzata e video.

Per scorrere tra Av, Tv, M ecc…invece bisogna premere il bottone info, e poi sul touch screen premere altre due volte per selezionare la modalità che vogliamo. Mi chiedo cosa sia passato per la testa agli ingegneri Canon quando hanno deciso questa cosa. Si poteva fare una piccola ghiera come esiste sulle compatte da almeno 15 anni e lasciare il video sempre selezionabile magari tramite un tasto “rec” apposito sul bordo. A titolo di confronto, nelle Sony Nex c’è la possibilità di selezionare le modalità con un tasto che fa apparire la ghiera sullo schermo in trasparenza, già questo sarebbe ottimo, consideriamo poi che sulla Eos M le informazioni complete sui tempi diaframmi iso ecc sono disponibili solo premendo il bottone info e di fatto oscurando la ripresa delle immagini in diretta.

Questa macchinosità, va a scapito della velocità di utilizzo in situazioni dove bisogna avere lo “scatto svelto”.  Siccome questa macchina mi è stata fornita in prova grazie alla Mission M, sono andato a ritirarla a Firenze e ne ho approfittato per testarne da subito l’uso in street. Dopo altri 5 minuti per capire come disattivare l’autofocus, visto che sull’obiettivo (bellissimo esteticamente) non vi sono nè interruttori nè indicazioni sulle distanze e iperfocali, ho iniziato a scattare foto nei dintorni del centro storico del capoluogo fiorentino. Qua ho apprezzato molto la silenziosità di scatto. Essendoci solo una tendina meccanica e nessuno specchio, il rumore è giusto un piccolo “tic”, sempre avvertibile quando c’è silenzio, ma per la strada nessuno noterà nulla ve lo assicuro. Passando da foto street a qualche scorcio e paesaggio ho apprezzato la grande qualità del sensore. Che comunque è lo stesso che equipaggia la reflex 650D, e quasi identico a quelli di 550D, 600D, 60D e 7D. La cpu che gestisce tutto è il DIGIC V, velocissimo e affidabile. La macchina non mostra rallentamenti e una raffica piacevolmente più veloce delle reflex serie XXXD ma non ovviamente ai livelli di 60D e 7D. L’autofocus, che sfrutta alcuni pixel “rubati” al sensore di immagine funziona bene ma non mi sembra affatto più veloce di quanto visto sulle mirrorless Sony Nex o Nikon 1.

Una cosa molto comoda di questa Canon EOS M, anzi proprio comodissima è la possibilità di spostare il punto dove prendere il fuoco e valutare l’esposizione semplicemente toccando lo schermo! Sulle reflex senza touch screen, quando si usa il live view, il dover spostare il quadratino pian piano con le freccette risulta abbastanza frustrante e può far perdere una foto se il soggetto non è dei più calmi.

Una cosa che manca, oppure che io non sono riuscito a trovare nascosto tra i menù è lo zoom digitale sul live view per mettere a fuoco in maniera molto accurata. Analogamente, in modalità visualizzazione delle foto la mancanza di due tasti fisici per ingrandire si sente: c’è il pinch-to-zoom ma è poco sensibile.

Lo schermo anche in condizioni di forte Sole si comporta bene e rimane ben chiaro, ma ovviamente bisognerebbe tenerlo con luminosità massima e ciò consuma molta batteria. E qui introduciamo appunto ancora un’altra nota dolente: la M ha davvero scarsa autonomia, lontana anni luce da quella di una reflex, si comporta più come una compatta. La mancanza di specchio e mirino necessita di tenere sempre attivo il flusso live view che fa lavorare sensore, cpu e ovviamente lo schermo. La batteria, date le dimensioni del corpo non può essere molto capiente ed ecco un ulteriore punto a sfavore. Va comunque precisato che il sample della recensione era ai primi cicli di carica, quindi probabilmente dopo una mezza dozzina di cicli la batteria dovrebbe entrare a regime e offrire qualcosa in più.

Dal lato automatismi e video non si vedono miracoli rispetto a quanto offerto dalle altre macchine dell’attuale generazione. Carini gli effetti creativi, ma totalmente inutili si può dire.

Come già detto in precedenza, il sample fornito della Canon EOS M  aveva a corredo l’ottica 18-55 STM. Sostanzialmente lo stesso vetro che possiamo trovare dentro al 18-55 IS II dei kit reflex, questa ottica è molto più compatta ed esteticamente davvero bellissima. Tutta in alluminio, con finalmente due belle ghiere che offrono la giusta frizione e sensazione di precisione (non che serva poi, su un 18-55 così buio, ma non guasta). Qua Canon ha fatto decisamente meglio di Sony, che come avrete ormai capito viene prese a titolo di confronto in tutta la recensione. La qualità offerta dallo zoom è più che soddisfacente, un po’ di aberrazioni ai lati nonostante si possano correggere direttamente via software in macchina. La resa migliora notevolmente chiudendo di un paio di stop ma a questo punto dite addio allo sfuocato.

Molto più interessante sarebbe stato provare il fisso pancake 20mm f/2, che certamente si sposa meglio con l’ergonomia e la compattezza del corpo macchina M. Infatti con lo zoom 18-55 la Canon EOS M  ingombra sensibilmente di meno rispetto a una reflex entry level ma non si può certo definire un oggetto da taschino come alcune compatte.

Ultima nota, il flash. Non essendoci nessun piccolo pop-up come sulle Sony Nex (che sembra uscito dal film Transformers) sulla piccola M si monta uno speedlite in miniatura, fornito nella confezione. Il mio non funzionava. Con vari tipi di batteria, sicuramente cariche, al momento dello scatto veniva la scritta BUSY come sulle reflex quando si attende che il condensatore del pop-up si carichi, ma poi nulla. Peccato.

La Canon EOS M  è una bella macchinetta. Ma poi si vede il prezzo: ad oggi in kit col 18-55 costa quasi 800 euro. Stesso prezzo di una 650D con tale ottica, oppure una 600D con un paio di ottiche buone. Tutto ciò non ha senso. Sony per lo meno si sforza di presentare le sue Nex a un prezzo simile rispetto alle sue reflex, qua Canon offre una macchina che è “meno” di una reflex in tutto, a un prezzo molto più alto. Non credo valga la pena spendere così tanti soldi solo per quel paio di centimetri in meno sugli assi x,y e z. Il giusto collocamento, secondo il mio parere sarebbe tra le XXXXD e la serie XXXD.

Ma evidentemente l’ufficio marketing Canon la pensa diversamente e vuole rendere la sua mirrorless un prodotto rivolto ai premium user.

Per concludere, non me la sento di consigliare la Canon EOS M a chi come me, proviene dalle reflex. Non ci sono vantaggi tangibili e con lo stesso sforzo economico si possono prendere corpi ed ottiche qualitativamente superiori se si pensa al risultato fotografico finale. Piuttosto la vedo adatta a scattare ottime foto delle vacanze, appesa al collo di un signore sulla mezza età che la metterà sempre nella borsetta con calma e non la porta in discoteca la sera.

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Prima di mandarvi ai giudizi in sintesi, vi mostro il mio scatto che è stato pubblicato anche sulla pagina facebook di Canon Italia

PRO:

CONTRO:

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