Introduzione
La DRAM (Dynamic Random Access Memory) è tra i componenti hardware più vecchi che la storia dell’informatica ricordi. Negli anni ’70-’80 ne bastava un quantitativo irrisorio per far funzionare i primi PC in commercio, come ad esempio il mitico Commodore 64, che sbaragliò la concorrenza e segnò un punto di svolta tecnologico per grafica e funzionalità con i suoi 64 kilobyte di RAM – non è ovviamente divenuto famoso per questo insignificante dato, ma è utile per introdurci all’argomento.
A quei tempi in realtà un quantitativo del genere non era propriamente “irrisorio”, ma per i PC odierni assume tutto un altro significato. Negli ultimi anni specialmente, si è assistito ad un continuo aumento dello standard di memoria RAM “ideale”, e in un tempo più breve di quello che ci può sembrare siamo passati dal giudicare 2 gigabyte di RAM (ovvero 2.097.152 kilobyte) prima esagerati (con Windows XP), poi ottimali (con Windows Vista) ed infine inadeguati/insufficienti (con lo stesso Vista, ma soprattutto con Seven). Da qui il passo è stato ancor più breve: si è cominciata a diffondere la “moda” dei 4GB e ad oggi possiamo tranquillamente dire che è questo il quantitativo ideale per utilizzare al meglio i nostri PC, siano essi macchine da lavoro o macchine da gioco. Come avrete notato infatti (se siete giocatori abituali), negli ultimi anni anche i requisiti hardware dei vari videogiochi si sono adattati alla situazione, al punto che se prima i requisiti hardware minimi prevedevano 2GB di RAM, adesso ne prevedono 4, e viceversa se prima il quantitativo consigliato era di 4GB, adesso è diventato di 8GB.
Prendete un gioco come Crysis; il primo capitolo, datato 2007, prevedeva un minimo di 1GB di RAM con Windows XP (1,5GB con Vista) e raccomandava 2GB. Crysis 3, arrivati al 2013, prevede un quantitativo minimo di RAM pari a 2GB, un quantitativo raccomandato di 4GB e un quantitativo ottimale (per alte prestazioni) di 8GB. E dal 2007 sono passati appena cinque anni, non è poco ma nemmeno un’eternità. Tutto ciò rappresenta perfettamente il quadro della situazione di quello che negli anni è stato tra l’altro il componente hardware più “noioso” e lento nell’evolversi rispetto, ad esempio, a processori e schede video. Nello stesso lasso di tempo in cui le RAM si sono “semplicemente” evolute dallo standard DDR (Double Data Rate) a DDR2 all’attuale DDR3, CPU e GPU hanno visto per esempio il processo produttivo scendere sempre più vertiginosamente, aumentando pure al contempo frequenze operative e, soprattutto, numero di core/istruzioni.
In uno scenario del genere, alla fine della giostra, le RAM se prese in grandi quantità (diciamo dai 4GB in su) diventano il componente meno essenziale all’interno di un PC di un utente medio, ma non altrettanto nel PC di un utente avanzato/enthusiast. Ecco perché per tutti coloro che non badano a spese e vogliono, anzi pretendono di stare al passo coi tempi, esistono anche kit di RAM da ben 16GB, come quello di cui vi vogliamo parlare in questa sede.
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Si tratta delle Dominator Platinum, sicuramente le migliori mai prodotte da Corsair e attualmente tra i moduli RAM più potenti e affidabili sul mercato, disponibili in tantissimi tagli, da 8 fino addirittura a 64 gigabyte, da un minimo di 1600 fino a un massimo di 2800 MHz. L’azienda di Fremont, California, da oltre 15 anni vero punto di riferimento nella produzione di memorie (e di tantissimi altri componenti per PC) ha deciso, non paga dei già ottimi risultati ottenuti con le Vengeance e con le stesse Dominator, di realizzare una versione ancor più “customizzata” adatta appunto ad un’utenza enthusiast che vuole delle RAM estremamente veloci, affidabili ed anche personalizzate, grazie all’aggiunta di LED di stato che illuminano i moduli in fase di funzionamento.
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Piccola parentesi: Dominator Platinum Light Bar Upgrade Kit
In realtà se volete davvero cambiare colore alle vostre Dominator Platinum vi servirà un apposito kit da acquistare separatamente. Si tratta del Dominator Platinum Light Bar Upgrade Kit, in vendita sul sito ufficiale Corsair a circa 30 dollari, che consiste in una confezione, molto simile a quella delle memorie in questione, contenente due lenti che possono avere due colorazioni distinte, Artic White e Cerulean Blue, ideali per distinguere due moduli o per renderli uguali. Tuttavia ci sembra un mero “esercizio di stile” per un produttore serio come Corsair, nulla di più. La maggior parte dei kit Platinum infatti è composta da quattro moduli, per cui bisognerebbe comprare due di questi Upgrade Kit per dotare di LED colorati tutti e 4 i banchi. Va certamente bene per chi ha soldi da spendere, ma visto e considerato che le RAM oggetto della recensione costano già da sole più di 200 euro, non ci sembra il caso di approfondire l’argomento.
Le Dominator Platinum 16GB si presentano in una piccola ma aggressiva confezione cartonata/plastificata di colore nero che dice praticamente tutto. Quello che abbiamo di fronte è un vero e proprio cofanetto, di forma ottagonale, che contribuisce a mettere in risalto la grande qualità del contenuto che possiede. Campeggiano infatti le parole “Dominator” e “Platinum” plastificate e in altorilievo, con un’immagine di anteprima del prodotto, le specifiche principali che ci ricordano che all’interno sono custoditi 4 moduli DDR3 da 4GB ciascuno, due simboli che certificano la compatibilità con la tecnologia Intel XMP (Extreme Memory Profile) e, dulcis in fundo, una piccola fessura che lascia intravedere parte di uno dei quattro banchi di RAM.
Questi ultimi sono accessibili aprendo il cofanetto, con un meccanismo a strappo, ed estraendo delle linguette laterali. Fatto questo si possono estrarre a loro volta i due alloggi di neoprene dove sono riposti rispettivamente due moduli, ulteriormente “sigillati” in una mascherina di plastica protettiva. Tolta anche questa, possiamo toccare con mano questi fantastici moduli, realizzati (come vedremo nella pagina successiva) con una cura maniacale.
Il modello in nostro possesso è precisamente quello con codice prodotto CMD16GX3M4A2133C9, e non è un geroglifico come potrebbe sembrare! In esso si nascondono almeno due informazioni fondamentali: la frequenza di queste RAM (2133MHz) e i loro timings, ovvero la latenza (9-11-10-30). Si tratta di un dato che le contraddistingue dalle “sorelle” maggiorate, superiori anch’esse ai 2GHz di frequenza e che hanno tutte dei timings (CL10, CL11 e CL12) ed un voltaggio (1,65V) di fabbrica più elevati, il che implica sostanzialmente minori margini di overclock (per quanto possa essere importante overclockare dei moduli che di default possono avere fino a ben 2800MHz di frequenza). Il nostro modello è uno dei pochi della serie Platinum che fa eccezione appunto, offrendo sì una frequenza superiore ai 2GHz ma allo stesso tempo dei timings ottimizzati (CL9) e un voltaggio più basso (1,5V). Di seguito la tabella riepilogativa delle caratteristiche tecniche:
• Garanzia – A vita
• Dimensione – 16GB Kit (4 x 4GB)
• Profilo prestazioni – XMP
• Ventola inclusa – No
• Diffusore di calore – Platinum
• Configurazione memoria – Due canali
• Tipo di memoria – DDR3
• Pin memoria – 240
• Formato memoria – DIMM
• Tensione testata – 1.5V
• Tensione SPD – 1.5V
• Velocità – PC3-17066 (2133MHz)
• Velocità SPD – 1333MHz
• Velocità testata – 2133MHz
• Latenza testata – 9-11-10-30
• Latenza SPD – 9-9-9-24
Come potete vedere anche dal video soprastante, la nomenclatura “Platinum” per questo tipo di memorie non è casuale ma segno concreto di una cura maniacale riposta da Corsair nella realizzazione di questo specifico prodotto. Come la stessa azienda li definisce, i controlli che vengono dedicati a questi moduli RAM in fase di produzione sono “fanatici”, ad indicare che per questa serie l’azienda applica una politica particolare in catena di montaggio che consiste nello scannerizzare manualmente uno per uno i circuiti integrati di ogni singolo modulo, una “pignoleria” necessaria a far sì che i moduli che passano anche questo test possano essere etichettati come “Platinum” e andare dunque a posizionarsi sul gradino più alto della scala Corsair, il che si traduce per i consumatori in memorie super sicure e con una stabilità elettrica massima, l’ideale insomma per poter fare overclock e spingere queste RAM tranquillamente oltre il limite.
Questo è vero a maggior ragione per il modello in nostro possesso, ulteriormente ottimizzato come dicevamo prima con un voltaggio di 1,5 volt e soprattutto con delle latenze ridotte rispetto ad altri moduli che lavorano alla stessa frequenza (2133MHz). In particolare il valore di CAS Latency (CL) pari a 9 fa sì che, a fronte di un’elevata frequenza operativa, questi moduli riescano a ridurre al minimo la latenza appunto, cioè il ritardo che intercorre tra la lettura di un dato e l’istante in cui lo stesso dato viene poi mandato in scrittura.
La serie Dominator inoltre è famosa per la tecnologia di raffreddamento brevettata DHX (Dual-path Heat eXchange) che agisce in dual-channel (a doppio canale) per facilitare la dispersione del calore tramite il particolare dissipatore “a punte”. Quest’ultimo è montato direttamente sopra il PCB, il che garantisce ancor più efficienza al sistema di dissipazione.
Grazie poi al collegamento Corsair LINK, questi moduli possono essere interfacciati al sistema operativo in tempo reale per monitorare temperature e attività della circuiteria, tramite degli appositi accessori venduti separatamente.
Tutto ciò fa sì che la garanzia di queste RAM sia estesa a vita, per cui potete ben immaginare quanta fiducia riponga Corsair nella serie Platinum, il che ci dà una chiara idea dell’affidabilità di questi moduli.
Ultimo ma non meno importante, queste memorie forniscono anche il supporto alla tecnologia proprietaria di Intel relativa ai controller di memoria, la XMP 1.3 (Extreme Memory Profile). Si tratta, per chi non lo sapesse, di un’opzione da abilitare nel BIOS della scheda madre che effettua una specie di overclock automatico, cioè ottimizza/aumenta una serie di parametri legati al processore e alle RAM, modificando valori come il BCLK (base clock rate) e il CPU Ratio (rapporto di velocità tra i core e il bus).
Abbiamo effettuato i nostri test sulla seguente configurazione:
• Scheda Madre – Asus P8Z68V-PRO (chipset Intel Z68)
• Processore – Intel Core i5-2500K 3,30GHz (overclockato a 4GHz)
• Scheda video – Asus GeForce GTX 670 DirectCU II
• RAM – 2 x 4GB G.Skill Sniper F3-14900CL9, frequenza 1866MHz, timings 9-10-9-28
• Hard disk – Western Digital WD3000HLSF (300GB, SATA300, 10.000rpm, 16MB Cache)
• Sistema Operativo – Windows 7 SP1 64-bit
Per una prova il più possibile onnicomprensiva, abbiamo scelto i seguenti software di benchmark:
• SiSoftware Sandra Lite 2013 SP1 (64-bit)
• AIDA64 v2.70
• Super PI Mod v1.5
• 3DMark 11
• Cinebench v11.5 (64-bit)
• WinRAR v4.20 (64-bit)
• Metro 2033 Benchmark v1.02
Come potete vedere, e come era prevedibile accadesse, le Dominator Platinum targate Corsair battono in tutti i casi le sfidanti Sniper targate G.Skill, anche se in molti dei test effettuati si può facilmente intuire che – al di là dell’ovvio vantaggio di un kit da 16GB a 2133MHz di frequenza su un kit da 8GB a 1866MHz per quanto riguarda le prestazioni “pure” – i risultati generali non premiano queste RAM in maniera esagerata, tutt’altro. Gli stessi test sulla velocità di lettura/scrittura/copia effettuati col software AIDA64 dimostrano che in media le Dominator Platinum vanno più forte delle Sniper di appena 1 gigabyte al secondo.
Purtroppo, oltre ai validissimi metri di confronto messi a disposizione da Sandra Lite e dallo stesso AIDA64 (entrambi ottimi benchmark per valutare le prestazioni “nude e crude” di tutti i componenti hardware del nostro PC), gli altri software non c’hanno aiutato moltissimo a darci un’idea dei reali vantaggi che le Dominator possono (o meno) dare rispetto alle Sniper o ad un qualunque altro modello di RAM. Basti vedere Cinebench (software di rendering 3D), che ci ha restituito una differenza di punteggio di 0,01 punti; decisamente deludente oltre che del tutto inutile. Non è andata meglio neanche col sempre utile Super PI, noto tool che riesce a calcolare i decimali del “Pi greco”, da un minimo di 16.000 fino a un massimo di 32 milioni di cifre. Nel nostro caso abbiamo scelto un doppio test, dapprima a 1 milione di cifre e quindi a 2 milioni di cifre, ma come vedete dal grafico il vantaggio ottenuto con le Dominator è risibile.
Per niente prevedibile invece il risultato che abbiamo ottenuto con Metro 2033. Se c’è un test che veramente pensavamo non ci avrebbe sorpreso, questo è proprio il benchmark del famoso ed apprezzato sparatutto in prima persona sviluppato dal team ucraino 4A Games e basato sull’omonimo romanzo post-apocalittico dello scrittore russo Dmitry Glukhovsky. Sviluppato col potente motore grafico proprietario 4A Engine, Metro 2033 è praticamente il nuovo Crysis dei benchmark per PC, dunque non potevamo non sfruttarlo. E stavolta il risultato dei test non c’ha affatto delusi, dato che le Dominator Platinum si sono dimostrate in grado di far girare il gioco a 5 FPS di media in più rispetto alle nostre Sniper, un risultato che per l’appunto non davamo per scontato e che a questo punto rimette in discussione l’utilità di quantitativi di RAM ritenuti in passato (e anche tutt’ora) inutili per giocare. Tuttavia riteniamo anche che il merito sia da attribuire non già ai 16GB di RAM Dominator (contro gli 8GB di Sniper), bensì alla maggior frequenza operativa (2133MHz contro 1866MHz), che indubbiamente fa la differenza e meglio si sposa con la frequenza del processore, che abbiamo settato a 4000MHz.
Avrete notato l’assenza di un qualunque test a RAM overlockate. Ebbene, ci preme informarvi che la nostra configurazione non ne ha voluto sapere di fare il boot con una frequenza che fosse più alta di 2250MHz. A nulla è servito aumentare (anche di parecchio) timings e voltaggio delle Dominator, oltre la frequenza sopracitata il PC non è che non riusciva a terminare la fase di boot, non la faceva proprio partire! E’ stato vano perfino un aggiornamento del BIOS della scheda madre all’ultima versione disponibile.
Siamo noi delusi per primi perché avremmo voluto portare queste memorie ad almeno 2400MHz, e da lì fare un’altra tornata di test che sarebbero stati sicuramente più utili per capire se con una frequenza maggiorata le Dominator Platinum riescano magari a dare ulteriore sprint nei benchmark “sintetici” e, perché no, anche nei videogiochi. Peraltro, dando uno sguardo alla lista dei rivenditori di RAM qualificati per la scheda madre P8Z68V-PRO, abbiamo anche riscontrato la incompatibilità con moduli superiori ai 2200MHz di frequenza (in overclock). Indubbiamente un’altra motherboard, con un chipset Intel più recente, ci avrebbe aiutato a superare questo ostacolo.
Questa comunque è una serie di RAM che viene venduta in kit di vari tagli che arrivano fino a 2800MHz di potenza, dunque per ovviare a oveclock “impossibili” potreste benissimo optare per il kit da 8GB a 2400MHz CL10, che secondo noi sarebbe il compromesso ideale fra quantità, velocità e latenza.
Le Corsair Dominator Platinum sono l’ultima fatica in ordine cronologico di un’azienda che non smette mai di innovare e sorprendere. Qualitativamente queste RAM sono eccelse, quando le si prende in mano si percepisce subito la passione e la serietà con la quale vengono costruite; stupende da vedere, sono un sogno proibito per molti.
La qualità infatti si paga, sempre. E per il modello che ci è stato gentilmente fornito per la recensione, il prezzo si attesta oltre i 200 euro sugli shop online italiani. Una spesa che in pochi possono/vogliono affrontare in questi tempi, specie per delle memorie RAM, che non sono certo la punta dell’iceberg per un utente che deve assemblare una macchina da gioco – per quanto questa possa essere “high-end”.
Un prodotto, queste Platinum, molto più adatto dunque ai veri appassionati, a quelli che – come dicevamo all’inizio – non vogliono, ma pretendono una dotazione hardware di massimo livello e senza compromessi. Gli stessi test non danno ragione in senso assoluto alle Platinum nei confronti di un kit di RAM molto meno pretenzioso come possono essere le G.Skill Sniper.
Qui poi rientra in gioco il dibattito, l’eterno dibattito, sulla quantità; i nostri modesti test dimostrano nel loro piccolo, se ancora ce ne fosse bisogno, che non sono (ancora) vitali 16 gigabyte di RAM per fare la differenza su un PC votato all’intrattenimento, mentre è sicuro che darebbero una mano laddove il PC ci servisse come workstation per realizzare imponenti progetti con grafica 3D, ad esempio.
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Ci piacerebbe tornare ad approfondire questo discorso fra un paio d’anni, quando 16-32 GB di RAM saranno uno standard così come lo sono oggi 8GB. Scommettiamo che non manca molto?!