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Recensione – SilverStone SUGO Series SG09

Introduzione

Se stavate cercando un case che vi permetta di assemblare un PC di tutto rispetto in uno spazio ottimizzato fino all’osso, la vostra ricerca potrebbe essere finita con il case SFF (small form factor) SUGO SG09.
Ultimo nato nella serie di cabinet di tipo SFF, lo SG09 è il miglior risultato nel campo dei case “compatti” raggiunto finora da SilverStone Technology. L’azienda taiwanese, fra i leader indiscussi di questo settore ormai dal 2003, è forte di diversi anni di esperienza con la serie Sugo nel cercare di racchiudere, in spazi veramente molto limitati, tutti gli standard necessari affinché si possa parlare di prestazioni anche quando ci si trova di fronte a dei case coi quali, oggettivamente, sembra sia fisicamente impossibile assemblare una macchina dall’hardware estremo o comunque di fascia high-end.

La nona edizione della serie Sugo ha permesso ai tecnici SilverStone, proprio grazie all’esperienza fatta negli anni con gli altri case della serie SG, di raggiungere finalmente quel compromesso fra versatilità, compattezza e design che evidentemente mancava nei modelli precedenti.

Il volume di questo case è di 23 litri, che la stessa SilverStone definisce la misura limite tale per cui SG09 possa ancora esser considerato un case di tipo SFF. Appurato che il compromesso in fatto di dimensioni sia stato raggiunto, mancano all’appello design e, soprattutto, versatilità. Ebbene, in quanto a design, viene da sé che lo SG09 risulti quantomeno “buffo” ad un primo impatto, considerate le sue dimensioni da barebone racchiuse in quello che invece è un case a tutti gli effetti. La qualità di costruzione è piuttosto basilare: un pannello frontale in plastica e il resto del telaio in acciaio. Niente dunque che faccia gridare al miracolo, giustamente parliamo di compromessi, se non fosse che il sistema di raffreddamento è uno dei più innovativi ed efficienti oggi in circolazione, non solo nell’ambito di case SFF (ci torneremo più avanti).

Mentre a livello di versatilità, è indubbio che questo case eccelle. SilverStone vanta per l’SG09 la possibilità di montare hard disk che vanno da 2.5 fino a 3.5 pollici, alimentatori ATX full size, dissipatori full tower per la CPU e dulcis in fundo schede video di qualunque lunghezza.

Molto spesso, anzi diciamo sempre, i case per PC giungono al consumatore racchiusi in questi enormi scatoloni di non pratico utilizzo, pur nascondendo magari un prodotto dalle dimensioni contenute. Non è il caso del Sugo SG09. Ci troviamo di fronte ad uno di quei rari casi in cui la confezione rispecchia perfettamente il contenuto al proprio interno, e c’è di più: siccome di per sé i case non sono il massimo da trasportare così “a nudo”, SilverStone ha pensato bene di dotare la scatola di un comodo laccio a strappo che consente di afferrare la stessa come fosse una valigia, o una borsa se preferite, rendendo il trasporto decisamente agiato.

Questo, unito al fatto che ci troviamo di fronte ad uno dei più piccoli case di tipo small form factor, fa dell’SG09 anche un compagno di viaggio da non sottovalutare perché, diciamoci la verità, chi vuole un PC portatile per andare a studiare o lavorare fuori sede, se potesse scegliere opterebbe per un portatile che abbia la potenza di un fisso, e se magari in casa ci avanzassero componenti che messi insieme diano quella marcia in più rispetto ad un laptop, beh allora è indubbio che un prodotto del genere sarebbe una scelta obbligata per chi deve viaggiare spesso; per non parlare di quanto prezioso possa diventare questo cabinet nel momento in cui ci occorra una configurazione high-end ma allo stesso tempo ultra-compatta per partecipare ad un LAN-Party.

La confezione contiene:

• Case Sugo SG09
• Bustina con tutto l’occorrente per l’assemblaggio
• Manuale d’uso multilingua (italiano compreso)

Fondamentale, al contrario di altri case, diventa il manuale d’uso del Sugo SG09; se non lo si segue alla lettera almeno per quanto riguarda le varie fasi di smontaggio/montaggio dei componenti principali, si rischia di ritrovarcisi in un vicolo cieco fatto di cavi che non si sa da dove escono, con un case pressoché inutilizzabile.

La stessa SilverStone raccomanda caldamente di usare meno cavi possibile e soprattutto di riuscire a fare tutto sfruttando il più possibile gli appositi spazi e fessure sviluppati ad-hoc per lo chassis dell’SG09.

Specifiche tecniche

Modello nr.

SST-SG09B (nero)

Materiale

Pannello fontale in materiale plastico, struttura in acciaio

Schede madri

Supporta schede madri Micro-ATX, DTX, Mini-ITX


Alloggiamento

  • Esterno: 1 x slot lettore ottico sottile da 12,7mm/9,5mm
  • Interno*: 2 x slot da 3.5”, 4 x slot da 2.5”

 

 

 

 

Sistema di raffreddamento

  • Laterale sinistro: 1 x ventola da 120mm 1200rpm 22dBA (slot retrocompatibile con ventole da 92mm), 2 x slot ventola da 80/92mm
  • Laterale destro: 1 x slot ventola da 80mm
  • Superiore: ventola Air Penetrator da 180mm 700/1200rpm 18/34dBA (slot retrocompatibile con ventole da 140mm)
  • Posteriore: 1 x ventola da 120mm 1200rpm 22dBA

Slot d’espansione

  • 4

 

Porte frontali d’entrata/uscita

  • 2 x porte USB 3.0 (retrocompatibile con lo standard USB 2.0)
  • 1 x porta Audio
  • 1 x porta Microfono

Alimentatori

Supporta alimentatori ATX standard  fino a 180mm** di lunghezza

Schede grafiche

Supporta schede video da 13.3” di lunghezza (338mm) e 5.70” di larghezza

Dissipatori CPU

Supporta dissipatori full tower fino a 165mm

Peso netto

5,3 kg

Dimensioni

220mm (larghezza) x 295mm (altezza) x 354mm (lunghezza/profondità), capienza 23 litri

*Se si intendono usare tutti gli alloggi disco rigido, rimuovere tutti i cavi di alimentazione inutilizzati. Questi cavi inutilizzati possono causare problemi con l’installazione. Gli SSD sono altamente raccomandati al posto degli HDD.

**La lunghezza massima della PSU (power supply unit) è 180 mm, tuttavia si consigliano PSU da 160 mm a causa delle variazioni di posizione dei connettori delle stesse e a causa della struttura unica di SG09. Noi garantiamo che tutte le PSU acquistabili sul mercato possono essere installate su SG09.

L’involucro esterno dell’SG09 si distingue dai cabinet classici perché è appunto un unico grande pezzo che, una volta estratto, lascia quasi completamente spoglio il case. Dimenticatevi dunque i soliti due pannelli laterali presenti nella stragrande maggioranza dei case oggi in commercio. In realtà, per dovere di cronaca, dobbiamo dire che anche qui ci troviamo di fronte a due pannelli, ma uno è decisamente più piccolo ed occupa metà della facciata sinistra del case, ed è quello che al suo interno ospita i tre alloggi ventola GPU dedicati, con filtro estraibile; questo mini-pannello a sua volta è tenuto unito, tramite un’apposita vite estraibile, a quello ben più grande che invece circonda letteralmente tutto il resto del case, dalla seconda metà della facciata sinistra fino alla facciata superiore e a quella destra. Per estrarre questo “scheletro” esterno bisogna svitare cinque viti a pomello situate ovviamente nella facciata posteriore del case, rispettivamente due atte a fissare il pannello più piccolo e tre il resto del telaio.

A case completamente sigillato si ha modo di notare diversi “sfoghi” caratterizzati tutti dal classico disegno a nido d’ape. Questo è fondamentale in un case di tipo small form factor, dal momento che i componenti hardware all’interno devono lavorare in un volume di soli 23 litri, dovendo condividere peraltro quel poco di spazio rimanente con i vari cavi e cavetti (che possono comunque essere contenuti con delle apposite fascette incluse nella confezione).

In particolare è piacevole notare come quasi ogni componente vitale abbia la propria “valvola di sfogo” per il ricircolo dell’aria: solo in corrispondenza dell’alimentatore ci sono due sbocchi, uno sulla facciata sinistra dell’SG09 e l’altro su quella frontale, costituito da una mascherina di plastica (quella col marchio della SilverStone per intenderci) che tra l’altro si può facilmente estrarre, lasciando buona parte della facciata anteriore stessa completamente a disposizione dell’utente non solo per pulire il filtro ma anche per avere un punto d’accesso privilegiato in fase di installazione dell’alimentatore.

Ci sono poi altri tre sbocchi sul piccolo pannello sinistro, caratterizzati anch’essi da una mascherina estraibile che in questo caso serve a pulire il filtro e ad inserire le viti delle tre potenziali ventole dedicate alla scheda video, un piccolo sbocco anche sulla facciata destra (in corrispondenza di un’eventuale ventola in estrazione da 80mm), uno sbocco sulla facciata posteriore in corrispondenza della ventola in estrazione da 120mm ed infine un grosso sbocco sulla facciata superiore in corrispondenza della ventola Air Penetrator da 180mm, anch’esso caratterizzato da una maschera estraibile per la manutenzione del filtro che dà completamente accesso alla ventola stessa; quest’ultima può e deve essere svitata al fine di avere libero accesso alla parte superiore del case, specialmente in fase di montaggio della scheda madre.

La facciata inferiore è completamente chiusa e priva di qualunque soluzione di ricircolo dell’aria nonché di piedini d’appoggio, che comunque sono presenti nella confezione insieme agli altri oggetti opzionali aggiuntivi. Il pannello frontale, partendo dall’alto, è caratterizzato da: feritoia destinata allo sportello del lettore ottico sottile, griglia completamente estraibile di cui abbiamo parlato sopra, due porte USB 3.0, due jack per cuffie e microfono e, ovviamente, pulsanti Reset e Power con relativi led di stato.

Infine la parte posteriore presenta, sempre partendo dall’alto, un piccolo slot sul quale è possibile installare un interruttore CLEAR-CMOS per la scheda madre, uno switch per aumentare/diminuire la velocità della ventola da 180mm, uscita AC per collegare fisicamente il case all’impianto elettrico, slot per la mascherina I/O della motherboard, slot della ventola posteriore, quattro slot per periferiche PCI ed una piccola mascherina da svitare per poter rimuovere a loro volta le mascherine degli stessi slot d’espansione.

Dire che gli spazi all’interno dell’SG09 sono piuttosto concentrati e risicati è dire poco, ma l’errore che noi stessi abbiamo fatto ad una prima occhiata del case è stato proprio questo, cioè giudicare dalle apparenze. Solo da un’analisi più seria ed attenta si possono scorgere i meriti del metodo di collocazione strategico scelto da SilverStone per i vari componenti dello chassis, tutti ricordiamo realizzati in acciaio.

Si parte dallo slot riservato al lettore/masterizzatore ottico, che deve essere necessariamente di tipo “slim”. Questo piccolo alloggiamento è compatibile con lettori da 9,5mm e 12,7mm; per montare lettori da 9,5mm tuttavia, è necessario applicargli alla base quattro piedini di gomma inclusi nella confezione, per compensare l’altezza.

Subito sotto abbiamo il box destinato all’alimentatore: si tratta di una “gabbia” la cui estrazione risulta sorprendentemente comoda, così come il successivo adagiamento dell’alimentatore su di essa prima di reinserire il tutto nell’apposito vano; operazione resa liscia anche da due canalette di plastica all’interno delle quali si deve far scorrere la gabbia stessa. L’alimentatore è il componente principale che SilverStone consiglia di installare per primo, subito dopo la mascherina I/O della scheda madre e l’eventuale ventola da 80mm sul lato destro, per ovvi motivi di scelta di disposizione dei cavi e di ottimizzazione varia degli spazi. L’azienda taiwanese assicura compatibilità con tutti gli alimentatori presenti sul mercato, ma è qui che casca l’asino.

Spulciando il manuale, cosa che vi consigliamo caldamente di fare prima di iniziare il montaggio, si scopre infatti che il limite di profondità consentito per gli alimentatori classici è di 204mm, che diventano però 180mm nel caso di quelli modulari, sebbene il produttore stesso consigli anche 160mm per una questione di corretto passaggio dei cavi nelle apposite fessure messe a disposizione dal Sugo SG09. Questa cosa pregiudica inevitabilmente la versatilità del case quando si parla dell’installazione dell’alimentatore e soprattutto dei relativi cavi; sempre sul manuale, SilverStone scrive a caratteri cubitali: “si CONSIGLIA VIVAMENTE di utilizzare il kit cavi corti SilverStone PP05 con PSU SilverStone in quanto il case è stato progettato per il PP05”. Ecco, questo è un punto a sfavore per l’SG09. Non che c’aspettassimo miracoli da uno chassis così estremamente compatto, ma arrivare a consigliare di spendere altri soldi per dei cavi proprietari “ottimizzati” non è il massimo. Tra l’altro cercando su internet, in Italia questa cavetteria speciale non è facilmente reperibile ed il costo si aggira intorno ai 20 euro. Il nostro modesto consiglio è pertanto quello di dotarsi di molta pazienza e soprattutto di cimentarsi con l’assemblaggio di questo cabinet solo se si è un minimo esperti e se si hanno già a disposizione componenti assolutamente compatibili, altrimenti si rischia di restare bloccati per colpa di un paio di cavi.

Lo spazio sottostante l’alimentatore non è destinato né agli hard disk, come magari i più si aspettavano, né ad altre periferiche. Semplicemente è uno spazio vuoto pensato in primo luogo per permettere il montaggio di schede video lunghe fino a 34cm, ma in secondo luogo anche per concedere respiro all’alimentatore, permettere un passaggio agevolato dei cavi del medesimo e installare una ventola da 80mm sul fianco destro del case che, se montata in estrazione e non in immissione, può rivelarsi fondamentale ai fini del ricircolo della stessa, specialmente in vista del ristagno causato dalla scheda grafica. Quest’ultima può essere affiancata da un’altra per metter su, addirittura, un sistema SLI (con schede Nvidia) o CrossFire (con schede AMD), ma l’operazione può essere effettuata solo con determinati modelli e soprattutto spazio e flusso d’aria permettendo.

Il lato destro vero e proprio costituisce poi il fulcro dell’SG09, in quanto è insieme il posto dove giacciono la piastra d’appoggio della scheda madre e gli slot riservati agli hard disk. Per quanto riguarda la scheda madre, su questo case se ne possono montare di tipo Micro-ATX, DTX e Mini-ITX, dal socket Intel 1155 fino al socket AMD AM3+, per il massimo delle prestazioni nel minimo dello spazio. Il dissipatore può essere montato sul processore senza troppa fatica, grazie alla generosa apertura offerta dalla piastra, e per quanto riguarda le dimensioni non ci si può lamentare: vanno bene tutti i dissipatori CPU di tipo full tower che non superino i 165mm di altezza.

Tutt’altra storia per quanto riguarda gli hard disk. Qui si torna un po’ al discorso dell’alimentatore e, soprattutto, dei cavi: partendo dal presupposto che dover montare delle unità di archiviazione fisse dietro la piastra d’appoggio di una scheda madre non è il massimo in quanto a ottimizzazione delle temperature, c’è un certo limite nel passaggio dei vari cavi SATA e di quelli di alimentazione destinati ai dischi rigidi, tanto che la stessa SilverStone consiglia l’utilizzo esclusivo di dischi a stato solido (SSD), meno ingombranti dei loro fratelli meccanici, e soprattutto di cavi SATA i cui connettori alle estremità abbiamo un’inclinazione di 180°, che qui evidentemente è da preferire a quella di 90° per una questione e di spazio, e di sicurezza dei cavi stessi.

Sebbene si possano montare fino a due unità da 3.5″ e fino a quattro unità da 2.5″ (due delle quali dovranno necessariamente essere degli SSD appunto), le condizioni degli hard disk in questo case possono risultare estreme sul lungo periodo, per almeno tre motivi: primo, non vengono raggiunti da nessuna delle ventole, né quelle già installate né quelle opzionali; secondo, condividono la stessa piastra della scheda madre, pur avendo una loro barra d’appoggio separata, per cui sono costantemente a contatto più o meno diretto col calore generato dalla motherboard medesima; terzo, non hanno alcuno sbocco all’esterno che consenta quantomeno un raffreddamento passivo. Il consiglio quindi è quello di tenere d’occhio spesso le temperature dei dischi con appositi software.

A tal proposito, due parole vanno spese infine per il sistema di raffreddamento messo in campo da SilverStone. Da questo punto di vista i tecnici taiwanesi non sono decisamente scesi a compromessi e, in barba alle sue dimensioni, hanno dotato il Sugo SG09 di ben tre ventole proprietarie, rispettivamente una da 120mm sul lato sinistro, un’altra da 120mm sul lato posteriore e una da 180mm sul lato superiore. Quella di sinistra è l’unica indipendente dal resto della struttura, poiché è fissata al piccolo pannello rimovibile dove risiedono gli altri due alloggi ventole GPU dedicati; ha una velocità di 1200rpm, genera un rumore pari a 22dBA e il suo compito è quello di immettere aria all’interno del case in corrispondenza appunto della scheda grafica. Questa ventola può essere sostituita da una di 92mm di diametro e può essere affiancata da altre due ventole da 80/92mm. Quella posteriore ha le stesse caratteristiche tecniche, ma è installata in maniera tale da espellere l’aria calda smaltita a sua volta dall’eventuale ventola del dissipatore della CPU.

Quella superiore lo è “di nome e di fatto”. Essa infatti appartiene all’innovativa serie Air Penetrator, una tecnologia brevettata da SilverStone che ha lo straordinario vantaggio di convogliare l’aria, a differenza delle ventole “standard”, in maniera concentrata e non dispersiva. Le ventole di questa serie possono arrivare a coprire una distanza di 1 metro a detta dell’azienda, il che costituisce un surplus ben accetto in un case del genere. Questa “ventolona” in particolare ha un diametro di 180mm, una velocità che tramite lo switch posto nella parte posteriore del case può variare dai 700 ai 1200 giri al minuto, e genera un rumore, a seconda della velocità impostata, rispettivamente di 18dBA e 34dBA.

Non può che conseguirne un decente ricircolo d’aria, viste e considerate le dimensioni di questo case, a scapito però di una certa rumorosità che i più pignoli difficilmente non noteranno.

Il SilverStone Sugo SG09 è un case che, indubbiamente ed inevitabilmente, è caratterizzato da alti e bassi. Partendo dal presupposto che non è assolutamente un case per tutti (anzi a dirla tutta sembra dedicato esclusivamente ai più “smanettoni” di noi), l’SG09 ha il suo scopo e la sua ragion d’essere in tutti quegli utenti che fondamentalmente, per forza di cose o anche solo per capriccio, non possono permettersi un case che sia, allo stesso tempo, costoso e avido di spazi che nemmeno si hanno a disposizione in casa.

Dicevamo all’inizio che è sicuramente un ottimo compagno di viaggio (grazie anche alla pratica confezione) e, soprattutto, un prezioso alleato quando ci si deve spostare più o meno spesso per partecipare magari a dei LAN-Party in compagnia degli amici, od anche semplicemente per studiare/lavorare fuori sede; ammesso e non concesso che uno studente o un lavoratore, men che meno uno studente-lavoratore, abbia tempo e voglia di assemblare un PC con un cabinet per molti versi così “proibitivo”.

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Al momento inoltre il mercato, diciamo così, non aiuta il Sugo SG09, ma non nel senso di vendite o quant’altro. Questo case ha fatto da circa un mese il suo debutto negli Stati Uniti, e siamo dovuti andare a cercare su Amazon.com per scoprire che è in vendita solamente dal mese di Ottobre, ad un prezzo di circa 99 dollari. Dunque non abbiamo ancora idea del se e del quando arriverà in Italia, e il potenziale prezzo che avrà qui da noi non lo aiuterebbe di certo, salvo smentite che speriamo arrivino al più presto.

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