Analisi Interna
Nonostante le dimensioni notevoli potrebbero lasciar intendere che all’interno il case sia troppo “dispersivo”, siamo rimasti piacevolmente sorpresi invece dell’esatto contrario. Nell’Armor + infatti ogni elemento trova la sua corretta collocazione; la vasta capienza rimane tale grazie ad una pressoché perfetta ottimizzazione di tutti gli spazi disponibili.
Giusto per farvi un esempio, addirittura i cavi più ingombranti hanno a loro disposizione degli appositi passacavi che, al termine di un assemblaggio, possono fare la differenza in termini di ottimizzazione degli spazi e del ricircolo d’aria.
Questo case però trova i suoi punti forti nelle innovazioni, prima fra tutte il pannello laterale destro a scorrimento, utile ad agevolare il montaggio di componenti quali scheda madre, ram, dissipatore, scheda video, lavorando direttamente al di fuori del case e riassemblando tutto in maniera semplice e veloce attraverso il reinserimento del pannello stesso dalla parte posteriore del case. Questa operazione è resa estremamente semplice ed immediata da una maniglia posizionata sempre nella parte posteriore, che permette l’estrazione e il reinserimento del pannello molto velocemente. Naturalmente bisogna prima svitare quattro viti per estrarre quest’ultimo. La base di appoggio della scheda madre è compatibile con schede madri MicroATX, ATX e Extended ATX, per un totale di sei tipi di schede madri. Proprio per questo, ogni tipologia di motherboard corrisponde ad una determinata lettera facilmente individuabile sulla piastra stessa tramite delle apposite indicazioni in basso rilievo, per individuare subito quale è il foro nel quale applicare i piroli di appoggio della scheda madre. La piastra stessa inoltre presenta tre piccole finestre rettangolari grazie alle quali possiamo far passare i cavi direttamente dal retro del case, senza quindi dover tenere cavetteria ingombrante al di sopra della scheda madre. Logicamente tutta la struttura (pannello laterale + pannello posteriore) è tenuta salda da due appositi supporti di metallo che collegano le due parti.
Nella parte posteriore, partendo dall’alto, è visibile una ventola da 120 mm fissata al case attraverso una struttura in plastica che, eventualmente, permette di sostituire la ventola in dotazione con una in nostro possesso (sempre comunque da 120 mm). La ventola stessa fa parte della serie Thermaltake TT-1225A, con alimentazione a quattro pin e cavo protetto da guina. La ventola è collegata alla scheda ESA, che ne regola la velocità soprattutto durante cambi di sessione (ad esempio nel passaggio dal desktop ad una applicazione dispendiosa di risorse).
Nella parte più bassa troviamo 10 alloggiamenti per schede video, schede audio e schede di rete, tutti caratterizzati dalle pratiche clip di fissaggio Thermaltake. Sarà infatti necessario effettuare solmamente una piccola pressione su una di queste clip per inserire, senza grossi problemi, la scheda nel suo alloggiamento.
Nella parte inferiore sono disponibili due alloggiamenti per hard disk da 3.5” eventualmente smontabili per lasciare il posto a due ventole da 120 mm (come dicevamo prima), tramite le apposite viti a pomello esterne.
Più a destra troviamo un box per ulteriori cinque hard disk (sempre da 3.5”) equipaggiati con un particolare sistema per il fissaggio degli stessi, che permette anche di azzerare eventuali rumori prodotti dalle vibrazioni. Il particolare sistema di fissaggio degli hard disk è composto principalmente da un cassetto in plastica, estraibile attraverso la pressione verso sinistra del pulsante posto nella parte anteriore dello stesso. Anche l’estrazione/reinserimento di questo box è resa molto poco meccanica dalla presenza di due linguette sulla parte superiore, previa estrazione di due viti poste rispettivamente nella parte superiore e in quella inferiore del box.
Dopo aver estratto questo utilissimo box per hard disk, salta subito all’occhio la ventola da 120 mm posta davanti al box stesso. Questa ventola è fissata su una base in plastica che, volendo, permette la sostituzione con una ventola da 140 mm. Come già visto per l’altra ventola, anche questa è alimentata e collegata alla scheda ESA attraverso un cavo da 4 pin ricoperto da guaina di colore nero.
Più in alto ci sono i classici bay per periferiche da 5.25” (sette in totale, uno dei quali dedicato alla scheda ESA e quindi inutilizzabile per il montaggio di un’altra periferica) con una clip di aggancio unilaterale. Altrettanto utile e comoda è la soluzione d’appoggio pensata per l’alimentatore, ovvero una barra metallica appositamente regolabile tramite due viti a pomello poste alle estremità.
Il cuore tecnologico di questo case si riassume in una semplice scheda elettronica posta nel primo dei bay da 5.25” partendo dall’alto: la scheda ESA (Enthusiast System Architecture). Essa permette il monitoraggio in tempo reale delle temperature dei vari componenti, della velocità delle ventole e dell’efficienza di un eventuale impianto di raffreddamento a liquido.
ESA permette quindi di diminuire la velocità delle ventole e la frequenza dell’FSB automaticamente o manualmente attraverso l’apposito programma disponibile nel pannello di controllo Nvidia. Grazie ai tre LED frontali è possibile tenere sotto controllo tutti i principali parametri ed essere avvertiti ogni qual volta si verifica un malfunzionamento, oppure si riscontrano temperature eccessive. In particolare il pannello, attraverso tre differenti colorazioni dei LED (Verde, Arancione e Rossa) ci tiene sempre informati riguardo la stabilità del sistema.
Dopo aver estratto l’alloggiamento della scheda ESA, saltano subito all’occhio la moltitudine di cavi, ciascuno dei quali poi si andrà a collegare ad una determinata periferica, sensore o scheda. In ordine ci sono i seguenti cavi:
- Cavo di alimentazione con replicatore
- Cavo per collegamento alla scheda madre
- Cavo per ventola hard disk
- Cavo per ventola posteriore
- Cavo per sensore scheda video
- Cavo per sensore hard disk
- Cavo di collegamento alla scheda madre LCS
E’ da ricordare infine che la scheda ESA è compatibile solo con quei prodotti che riportano, sulla scatola, il simbolo e la certificazione “ESA” da parte del produttore.