Ma i vantaggi promessi non sono solo prestazionali. SanDisk evidenzia come il consumo energetico del proprio SSD sia di 0,4 watt, ovvero meno della metà rispetto ad un tipico hard disk da 1,8 pollici. Non avendo parti in movimento, i dischi a stato solido forniscono inoltre una migliore affidabilità e resistenza ad urti e vibrazioni.
SSD si basa su memorie NAND flash di quinta generazione prodotte da Msystems, società recentemente acquisita da SanDisk.
"Una volta iniziata la distribuzione della memoria SSD da 32 gigabyte per computer portatili, prevediamo di vedere un aumento nell'adozione della stessa nei prossimi anni, anche grazie ad una parallela riduzione del costo delle memorie flash", ha affermato Eli Harari, CEO di SanDisk. "Nel momento in cui i dispositivi SSD diverranno più accessibili, crediamo che le loro avanzate funzionalità, rispetto ai dispositivi tradizionali, contribuiranno alla creazione di una nuova categoria di prodotti per i nostri rivenditori in tutto il mondo"
Per il momento, tuttavia, gli SSD si rivolgono ad un mercato molto di nicchia, e questo per via del costo ancora elevato. SanDisk ha stimato che l'utente finale dovrà sborsare circa 600 dollari in più per portarsi a casa un notebook equipaggiato con il proprio SSD da 32 GB. È per tale ragione che l'azienda americana ha scelto di commercializzare il proprio drive flash solo sul canale OEM.
Va anche detto che, oltre al costo, gli SSD soffrono oggi di una capacità piuttosto scarsa se paragonata a quella di un hard disk di equivalente classe: ciò li rende adatti solo ad una ristretta cerchia di utenti professionali e aziendali.
Ma i massimi produttori di memorie flash intendono allungare il passo. Samsung ha svelato proprio negli scorsi giorni chip di memoria flash prodotti con tecnologia a 50 nanometri, la stessa che utilizzerà nei prossimi mesi per sviluppare SSD da 64 GB.
Articolo tratto da:Punto Informatico