In particolare è il mercato dell’elettronica di consumo (televisori,
impianti stereo, lettori DVD e quant’altro) che ha subito un netto calo
(causa recessione ovviamente), e Sony, come del resto praticamente
tutte le aziende ad essa simili, ne ha fatto inevitabilmente le spese.
E’ pur vero comunque che, nonostante tutto, il brand
dell’intrattenimento casalingo (costituito dalle console PlayStation
e relativi videogiochi) continua il suo cammino, grazie anche ad una
campagna pubblicitaria televisiva che sta dando senza dubbio del filo
da torcere a quella dei concorrenti Nintendo e Microsoft, e che allo
stato attuale dei fatti sta fancedo sì che nei territori PAL (Europa,
Australia e Nuova Zelanda) PlayStation 3 superi la diretta rivale Xbox
360 di circa 300.000 unità vendute nell’ultimo periodo.
Ad ogni modo stiamo parlando di 16.000 dipendenti che entro appunto
la data sopra indicata saranno costretti ad abbandonare il proprio
posto di lavoro, e non è affatto una bazzecola. Mai infatti come in
questi tempi la disoccupazione miete vittime manco fosse la guerra, e
quindi è sempre straziante dare notizie del genere. In più c’è
"l’aggravante" che Sony non è certo una impresa di famiglia nata da un
giorno all’altro, per cui mai come in questo caso un licenziamento
costituisce un colpo basso.
Il Vice Presidente di Sony, Naofumi Hara, ha così commentato: "La ragione di questa decisione è il deterioramento dell’economia, che è stato molto più grande di quanto ci aspettassimo".