Nel processo che sta avvenendo in questi giorni in quel di Oslo e di cui sicuramente avrete avuto modo di vedere qualche immagine in TV, si stanno scoprendo dettagli importanti sul profilo psicologico del terrorista ed estremista di destra Anders Behring Breivik, autore della folle strage che lo ha visto lo scorso 22 Luglio, da solo, togliere la vita a ben 77 persone tra la capitale norvegese e l’isola di Utoya.
Fra le nuove scoperte fatte su questo soggetto, che il sottoscritto fa fatica a chiamare “essere umano”, è spuntato un passato da videogiocatore incallito di World of Warcraft. Secondo quanto riportato dal The Daily Telegraph infatti, Breivik è arrivato a collezionare, intorno al 2006, 365 giorni (giorno più giorno meno, è chiaro) consecutivi di isolamento giocando all’ormai celeberrimo MMORPG di Blizzard, che è stato più volte oggetto di cronaca in questi anni per aver generato una vera e propria dipendenza, con conseguenti comportamenti compulsivi, in parecchie persone in tutto il mondo.
Ebbene l’accusa, che si è dovuta già sentir dire da Breivik che non si pente assolutamente di quanto fatto (anzi lo rifarebbe senza esitazioni), sta cercando ora di utilizzare l’ “elemento WoW” per sottolineare che, almeno dal punto di vista prettamente caratteriale, il 33enne presenta indubbiamente una personalità anti-sociale e turbata; è insomma un uomo che combatte contro i diversi fallimenti della sua vita.
Ora, che su oltre 10 milioni di persone che giocano attivamente a World of Warcraft ci sia qualche “caso patologico” non ci piove su (sono tanti i casi venuti alla luce negli anni), ma lungi da noi, anche in qualità di videogiocatori, fare di tutta l’erba un fascio o peggio fare di questo videogioco un pretesto per “giustificare” non già l’insanità mentale del tizio in questione (ritenuto perfettamente in grado di intendere e di volere), quanto piuttosto la sua evidente frustrazione nei confronti del genere umano.
E voi che ne pensate? Fatevi sentire a gran voce nei commenti!
FONTE: Kotaku
