Virtualizzazione, VMware spara su MS

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VMware punta il dito anche sulle API e i formati di virtualizzazione utilizzati da Microsoft, che a suo dire sbarrano la strada all'interoperabilità e alla cosiddetta "Virtual Machine Mobility", ossia alla possibilità di trasportare facilmente le macchine virtuali da un sistema ad un altro.

Nel proprio documento, VMware compendia le proprie critiche a Microsoft in sette punti:
1) supporto restrittivo nei confronti di quei clienti che scelgono di utilizzare software di virtualizzazione di terze parti;
2-3) alcuni file Virtual Hard Disk (VHD) pubblicati da Microsoft possono girare esclusivamente su Virtual PC/Server o si disattivano automaticamente quando girano su software di terze parti;
4) la licenza del formato VHD vieta agli utenti di convertire le proprie macchine virtuali in formati non-Microsoft;
5) alcune delle più recenti licenze di Microsoft vincolano l'utilizzo di una copia di Windows alla macchina su cui è stata installata per la prima volta, impedendo così la possibilità di portare una macchina virtuale su altri sistemi;
6) le licenze delle edizioni Home di Windows Vista vietano di far girare questi sistemi operativi all'interno di una macchina virtuale;
7) le nuove API di Longhorn che controllano le comunicazioni tra l'hypervisor e Windows sono accompagnate da una licenza che ne proibisce l'uso da parte degli altri vendor o di progetti open source.

All'inizio della settimana Microsoft ha diffuso un breve comunicato in cui il colosso, pur non rispondendo a VMware punto per punto, si dice aperta alla collaborazione e all'interperabilità.

"Per incoraggiare l'interoperabilità abbiamo condiviso la nostra tecnologia e pubblicato un insieme di API per tutti i nostri prodotti di virtualizzazione attualmente in commercio, fornendo inoltre la documentazione delle API alla base dell'hypervisor che farà parte della prossima versione di Windows Server", ha affermato il big di Redmond. "Siamo pronti a stabilire un dialogo con gli altri vendor e discutere con loro delle licenze dei nostri futuri prodotti".

Articolo tratto da: Punto Informatico