07/06/2009 - Gp Turchia - Gara Imprendibile, inarrivabile, inarrestabile. Potremmo continuare all’infinito, ma la corsa di Istanbul dice molto di più di mille aggettivi. Jenson Button corre verso la vittoria in anticipo del titolo: ha una vettura perfetta, non commette nemmeno un errore e, anzi, coglie subito i frutti di quelli altrui. Perché Sebastian Vettel, oggi, poteva tranquillamente lottare e giocarsela fino in fondo contro la Brawn, se non fosse stato per quella piccola escursione che alla luce del dopo gli ha rovinato l’intero gran premio. Il tedesco oggi aveva una tattica a tre soste, aggressiva, contro la convenzionale doppia sosta degli altri, Button in primis. E quando ci si prende il rischio di una sosta in più, si sa, bisogna tirare come i dannati dall’inizio alla fine, cercando di perdere meno tempo possibile nei sorpassi. Invece il leader della classifica è andato in testa quasi subito, dopo pochi chilometri, grazie all’errore di Vettel, che da quel momento in poi ha solo potuto inseguire (anche se da molto vicino) la vettura di Jenson, riuscendo persino ad incollarsi ai suoi scarichi dopo il primo pit stop, con un recupero a suon di decimi. Come spesso accade, però, si raggiunge l’avversario e poi nulla, tutto diventa difficile, l’ultimo assalto alla conquista della posizione ambita diventa una missione critica giro dopo giro. Bravo Button, perché ha anche saputo resistere senza farsi indurre all’errore.
Un vero peccato, invece, per Vettel, che con la sua strategia nel finale di gara ha perso anche la seconda posizione a favore del veloce compagno di squadra, Mark Webber. Ancora Brawn e Red Bull (anche se Barrichello ha pasticciato ed è finito nelle retrovie), regine delle prime posizioni. Curiosamente invece la Ferrari, che qui prometteva prestazioni almeno simili a quelle di Monaco, non ha brillato. La F60, nonostante ulteriori step nello sviluppo, si è rivelata poco incisiva sul passo di gara. Veloce a tratti, lenta in altri, apparentemente più pesante e meno agile dei rivali. Il divario con la Brawn, ovviamente, si fa sentire ancora molto: i pesi dichiarati di ieri, dopo le qualifiche, mostravano una differenza di pochissimi chili tra le rosse e la monoposto di Button. Il buon secondo sul giro di differenza a favore della Brawn sul tracciato di Istanbul è la prova per eccellenza che a Maranello c’è ancora molto da lavorare per tornare stabilmente ai vertici. Le “gerarchie” sono tornate simili alla prima parte di stagione: Massa è più consistente di Raikkonen e ha portato a casa tre preziosi punti che mantengono quarta la Ferrari tra i Costruttori e fanno salire di un paio di posizioni Felipe, che sopravanza il compagno di squadra in classifica. Raikkonen è sembrato il pilota spento, sbiadito degli ultimi tempi (Monaco a parte, si intende). La classifica è sempre più affare di Button e della sua scuderia. Sei vittorie su sette gran premi è un dato che fa volare il pensiero alle statistiche 2004, quando il duo Schumacher/Ferrari non lasciava nemmeno le briciole a chi osava restare dietro. Tra due settimane ci srà il momento d’oro di Jenson, ciò che ogni pilota aspetta da sempre: correre in casa da quasi-iridato, con il pubblico sicuramente in visibilio. Che strano, proprio un anno fa gli inglesi erano tutti pazzi per Hamilton, mentre la stella di Button era oscurata da tempo… La vita (in questo caso lo sport) è sempre capace di fare inattese sorprese e ribaltare le circostanze!




che noia mortale sta gara